PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Dal nome del dotto e notissimo umanista Costantino Lascaris (Costantinopoli 1434 – Messina 1501). Alla caduta di Bisanzio in mano turca, si trasferì a Messina dove insegnò greco al monastero basiliano del SS. Salvatore. Tra i suoi allievi vi sono Pietro Bembo e Angelo Gabrieli. La sua opera maggiore è una grammatica greca Erotemata (1476). Fu sepolto nell’antica chiesa del Carmine, in contrada Pozzo Leone, distrutta nel sisma del 1783.
Santo Alligo è un artista poliedrico. La sua creatività intreccia l’arte, la pubblicità, la ceramica e la passione per l’illustrazione. Come ben dimostrato da quest’opera, il solido background della sua ricca formazione tecnica è il presupposto d’intuizioni semplici quanto straordinariamente poetiche.
L’opera appartiene alla prima stagione creativa del pittore, e ne è sicuramente uno dei prodotti migliori. Presentata alla seconda mostra di Corrente (1939), la tela rappresenta lo stile peculiare del giovane Migneco. Il quadro è impostato su un colore dalla grafia corsiva, vangoghiana, e su un’acida tonalità di gialli e verdi che il pittore modula in una particolare stesura vibrante e tormentata.
Il libro di Giuseppe Longo, pubblicato da Mursia nel 1970, traccia un'immagine della Sicilia a partire dai ricordi dell'infanzia e della fanciullezza, trascorsi sulle rive dello Stretto. Oltre al filtro della memoria e della nostalgia, agisce ne L'isola perduta la prima vocazione di Longo, ovvero il giornalismo: il nucleo dell'opera si può infatti rintracciare nel lungo scritto Viaggio in Sicilia, stampato nel novembre del 1958 su «L'osservatorio politico letterario», la rivista da lui fondata e diretta a Roma nel 1955, ma anche in altri articoli e reportage dell’autore.