Messina Bellissima - Percorso Storico Monumentale

Un viaggio tra i principali punti di interesse della città. Arte, cultura e storia in un passeggiata tra le chiese e i monumenti di Messina.

Adolfo Romano e Daniele Schmiedt: Affreschi del Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, 1941-42

Presso il Salone delle Bandiere della casa comunale sono presenti due affreschi realizzati entrambi tra il 1941 e il 1942. Il primo, lato nord della sala, rappresenta “L’Allegoria della Storia di Messina”, opera di Adolfo Romano. Il murales vede al centro una donna a seno nudo contenente una cassa decorata con tre antichi stemmi civici, circondata da varie figure allegoriche di personaggi e divinità della storia messinese. A Daniele Schmiedt va invece la paternità dell’affresco sulla parete sud della sala raffigurante “L’Allegoria della potenza imperiale di Roma”, realizzato nello stile sintetico e celebrativo caro all’arte di Regime. Sempre per la stessa sala, Adolfo Romano realizzò decorazioni a monocromo con le figure allegoriche delle più importanti attività economiche cittadine.

Giuseppe Butera e Antonio Bonfiglio: Dina e Clarenza, 1932.

I bassorilievi realizzati per i prospetti di Palazzo Zanca nel 1932 da Antonio Bonfiglio, (“Clarenza che suona la campana”), e Giuseppe Sutera (“Dina che lancia la prima pietra”), rappresentano un episodio leggendario della storia patria messinese. Durante l’assedio della Guerra del Vespro, condotto da Carlo d’Angiò con una possente armata, le due sorelle, asserragliate sul colle di Montalto con i concittadini, scoprirono la sortita notturna degli angioini (8 agosto 1282), svegliando l’esercito messinese guidato da Alaimo da Lentini, che, dopo una dura battaglia, ricacciò indietro gli agguerriti avversari.

La Badiazza

La chiesa di Santa Maria della Valle, detta Badiazza, si trova sul letto del torrente omonimo a circa 4 km del centro di Messina. Sorta nel XII secolo, la chiesa presenta un'impianto arabo, il cubo con le absidi, successivamente prolungato dal corpo delle navate. Esempio di chiesa fortezza, secondo l'uso dei Normanni in Sicilia, la Badiazza è uno dei pochi esempi di architettura sveva dell'Isola. Ricchissima, la Badia era una sosta obbligata per i viaggiatori che risalendo i Peloritani dovevano raggiungere le città della costa Tirrenica. Abbandonata nel 1347, la chiesa è stata restaurata negli anni '90 del secolo scorso ed oggi è gestita da un'associazione che organizza mostre spettacoli ed eventi.

Area Archeologica di Largo San Giacomo

Nel luglio del 2000, durante i lavori di posatura della tubazione per la bonifica della Cripta del Duomo, furono rinvenuti i resti della Cripta di San Giacomo, una chiesa di fondazione normanna di cui poco dopo la Soprintendenza rinverrà parte dell’abside maggiore, la struttura semicircolare visibile nello scavo. I locali della cripta sono caratterizzati da mura perimetrali su cui si aprivano nicchie con arco a tutto sesto, ricavate dagli spessori murari, i cosiddetti “colatoi”, gli essiccatoi sui quali venivano seduti i cadaveri denudati al fine di avviare il processo di essicazione, tramite lo svuotamento naturale dei liquidi per via degli orifizi anali. Una simile cripta è presenta anche nell’ambiente sottostante la Chiesa dei Catalani, secondo quella tradizione della mummificazione, tipica della cultura siciliana e testimoniata dalla celebre cripta dei Cappuccini a Palermo, a Savoca, Piraino etc.

Antonio Bonfiglio: Messina regina del Mare tra Scilla e Cariddi, 1924.

Al centro del grande triangolo, d’impianto classicista come tutto l’edificio, una figura femminile con diadema, tridente e scettro rappresenta Messina, Regina del Peloro. Il busto frontale e ieratico che emerge dalle acque impersonifica la potenza della città tra le due sponde dello Stretto, rappresentate dalle sirene Scilla e Cariddi, muscolari e sinuose creature. Immagine debitrice sia dell’iconografia marina inventata dal Montorsoli nelle sue bellissime fontane cittadine sia dai delfini della monetazione greca, il frontone è modernamente diviso in tre parti in funzione statico architettonica e, probabilmente, simbolica, a difesa di futuri sconvolgimenti tellurici.

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