Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Prende il nome dall’antica fortezza, detta anche di Matagrifone, che un tempo dominava la città dall’altura oggi occupata dal Sacrario di Cristo Re. Le torri del castello, di cui rimane oggi soltanto quella ottagonale sormontata dal campanone, ospitarono il soggiorno di Riccardo Cuor di Leone (1191), in attesa di partire alla volta di Gerusalemme. Nel 1284 il castello fu la prigione del figlio di Carlo I d’Angiò, Carlo Lo Zoppo.

L’isolato 213 del PR di Messina sorge sul limite della città racchiusa all’interno delle mura volute da Carlo V, in aderenza al bastione sul quale insiste la scalinata di S. Barbara. L’edificio fu costruito nel 1923 su progetto dell’ingegnere G. Donato che utilizzò un linguaggio eclettico facendo ricorso ad una grande varietà di elementi decorativi. Le due facciate possiedono infatti una ricchezza di decorazioni in stucco di cemento che provvedono a creare una gerarchia nelle due facciate lungo la via Tommaso Cannizzaro e nello slargo che da accesso alle scale della salita di S. Barbara frontistante la via S. Giovanni Bosco.

L’opera appartiene al gruppo di carte presentate alla mostra organizzata al monte di Pieta di Messina nell’aprile 2011. Sul grande quadrato di carta l’artista ha registrato, in presa diretta, le tracce del suo copro in movimento. La superficie dell’opera è così diventata, a sua volta, una sorta di epidermide rugosa e frastagliata dalla grande forza espressiva.  

L'isolato 465 presenta lungo l'attuale via Boner una successione di edifici che consentono di comprendere anche alcune tipologie diffuse nella città preterremoto. In particolare i diversi fabbricati che si giustappongono non hanno tutti il piano mezzanino, che invece risulta integrato all'interno del portale che da accesso alle botteghe/depositi. 

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