Isolato 213 (I,II) del PR di Messina

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Testo Ridotto: 

L’isolato 213 del PR di Messina sorge sul limite della città racchiusa all’interno delle mura volute da Carlo V, in aderenza al bastione sul quale insiste la scalinata di S. Barbara. L’edificio fu costruito nel 1923 su progetto dell’ingegnere G. Donato che utilizzò un linguaggio eclettico facendo ricorso ad una grande varietà di elementi decorativi. Le due facciate possiedono infatti una ricchezza di decorazioni in stucco di cemento che provvedono a creare una gerarchia nelle due facciate lungo la via Tommaso Cannizzaro e nello slargo che da accesso alle scale della salita di S. Barbara frontistante la via S. Giovanni Bosco.

Testo Medio: 

L’isolato 213 del PR di Messina sorge sul limite della città racchiusa all’interno delle mura volute da Carlo V, in aderenza al bastione sul quale insiste la scalinata di S. Barbara. L’edificio fu costruito nel 1923 su progetto dell’ingegnere G. Donato che utilizzò un linguaggio eclettico facendo ricorso ad una grande varietà di elementi decorativi. Le due facciate possiedono infatti una ricchezza di decorazioni in stucco di cemento che provvedono a creare una gerarchia nelle due facciate lungo la via Tommaso Cannizzaro e nello slargo che da accesso alle scale della salita di S. Barbara frontistante la via S. Giovanni Bosco. L’edificio, che ha destinazione mista commerciale e residenziale, ha le facciate che risultano caratterizzate da un basamento che interessa tutta l’estensione del piano botteghe realizzato con finte bugne a stucco cementizio di colore grigio. Originariamente l’edificio si elevava fino al terzo livello fuori terra ma nel dopoguerra è stato sopraelevato di un piano che però è abbastanza avulso dal contesto in quanto non risulta decorato in modo così ricco come avviene ai livelli inferiori. Le bugnature sono l’elemento che riunifica il livello delle botteghe con quello dei piani nobili, anche se nello sviluppo delle pareti dei piani superiori si caratterizzano per l’impiego di decori neobarocchi che si manifestano in un tripudio di ghirlande, cornucopie e festoni fitomorfi che guarniscono le aperture a balcone. L’edificio è dotato di un asse di specularità che attraversa l’ingresso posto lungo la campata centrale del prospetto est e che risulta da questo elemento gerarchizzato dalla distinzione tra questa campata e le due laterali i cui maschi murari sono comunque incorniciati dalle finte bugnature in stucco che raggiungono il livello dell’originario parapetto che oggi costituisce il parapetto delle aperture poste all’ultimo livello.

Testo Esteso: 

L’isolato 213 del PR di Messina sorge sul limite della città racchiusa all’interno delle mura volute da Carlo V, in aderenza al bastione sul quale insiste la scalinata di S. Barbara. L’edificio fu costruito nel 1923 su progetto dell’ingegnere G. Donato che utilizzò un linguaggio eclettico facendo ricorso ad una grande varietà di elementi decorativi. Le due facciate possiedono infatti una ricchezza di decorazioni in stucco di cemento che provvedono a creare una gerarchia nelle due facciate lungo la via Tommaso Cannizzaro e nello slargo che da accesso alle scale della salita di S. Barbara frontistante la via S. Giovanni Bosco. L’edificio, che ha destinazione mista commerciale e residenziale, ha le facciate che risultano caratterizzate da un basamento che interessa tutta l’estensione del piano botteghe realizzato con finte bugne a stucco cementizio di colore grigio. Originariamente l’edificio si elevava fino al terzo livello fuori terra ma nel dopoguerra è stato sopraelevato di un piano che però è abbastanza avulso dal contesto in quanto non risulta decorato in modo così ricco come avviene ai livelli inferiori. Le bugnature sono l’elemento che riunifica il livello delle botteghe con quello dei piani nobili, anche se nello sviluppo delle pareti dei piani superiori si caratterizzano per l’impiego di decori neobarocchi che si manifestano in un tripudio di ghirlande, cornucopie e festoni fitomorfi che guarniscono le aperture a balcone. L’edificio è dotato di un asse di specularità che attraversa l’ingresso posto lungo la campata centrale del prospetto est e che risulta, da questo elemento, gerarchizzato dalla distinzione tra questa campata e le due laterali i cui maschi murari sono comunque incorniciati dalle finte bugnature in stucco che raggiungono il livello dell’originario parapetto che oggi costituisce il parapetto delle aperture poste all’ultimo livello. In corrispondenza di tale parapetto si riscontra la scritta latina “CUM FERIS FERUS” (trad. “Spietato con gli spietati”) che si riferisce ad un motto in uso nelle armi di alcune nobili famiglie italiane. Le aperture del primo piano sono tutte architravate ma nelle due campate alle estremità della facciata sono configurate diversamente in relazione agli stucchi dei timpani e delle modanature verticali. La presenza dei balconi conferisce una scansione del prospetto che viene supportata dall’alternanza di superfici bugnate con superfici lisce. Al piano superiore l’alternanza tra le campate viene confermata dalla presenza delle aperture architravate e con balcone rettangolare e parapetto su balaustrini in stucco nelle campate più estreme, mentre a finto arco e con balconcino ad andamento mistilineo e con ringhiera metallica nelle campate più centrali. La posizione della sopraelevazione, realizzata in leggero arretramento rispetto all’edificio, ha consentito di conservare il cornicione con le sottostanti mensoline e l’originario parapetto della terrazza nel quale è realizzato in stucco il motto “Cum feris ferus” che, anche in questo caso, conferma il tema dell’alternanza con i balaustrini di cemento armato.

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