
PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Realizzata da Ignazio Brugnani nel 1739, un tempo occupava il chiostro del monastero di S. Gregorio, non più esistente. Nel 1897 venne portata prima nel vecchio Giardino a Mare Umberto I, per essere poi definitivamente ricollocata in questo spazio nel 1938. La fontana, in marmo bianco, si innalza su una vasca sul quale l’autore ha iscritto il suo nome e la giovanissima età (20 anni). Sulle tre facce della stele centrale si appoggiano le code di tre cavallucci marini che reggono tra le zampe anteriori una testa di delfino. In alto, sulla coppa a sei conchiglie, un putto regge lo stella araldico dei Ruffo di Scaletta, omaggio della committente della fontana, la badessa suor Severina, al proprio casato.

L'isolato 109 contiene alcuni comparti di edilizia sopravvissuta al terremoto del 1908. Probabilmente i piani superiori sono crollati o sono stati demoliti a seguito del sisma per rispettare la normativa antisismica del periodo. Lungo la Via Ghibellina si notano le mensole dei balconi del piano nobile demolito dopo il terremoto così come lungo la via Nino Bixio il fronte presenta soltanto il piano botteghe e il mezzanino.

Questa parabola narrativa risulta avvincente dal punto di vista compositivo rendendo la storia, nonostante la drammaticità intrinseca degli eventi narrati, scorrevole ed appassionante. Questo gioco, che parte dell’Havana e termina con l’ipotetica ricostruzione delle circostanze in cui avvenne la morte del Che, evidenzia oltre al vissuto di medico, teorico, guerrigliero e rivoluzionario, anche il volto umano della carismatica figura di Guevara.

La Porta Imperiale, altrimenti detta Porta del Ponte, dava accesso alla città dalla via del Dromo e si apriva nella cortina delle mura a sud della città, nelle vicinanze del Grande Ospedale Civico, nell’area oggi compresa tra gli attuali isolati 184 e 186. Lo scrittore G. Arenaprimo ci da notizia che questa fu eretta nel 1621 in memoria dell’ingresso nella città, avvenuto nel 1535, dell’Imperatore Carlo V e fu demolita, come la vicina porta della Giudecca, dopo l’Unità d’Italia.
