Calogero Franchina

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Calogero Franchina nasce a Tortorici (ME) il 19 aprile del 1876. L’alto tenore economico della famiglia gli consente di studiare a Roma e Parigi, dove frequenterà circoli culturali e artistici. Parigi allora era la capitale delle arti figurative, e soprattutto il luogo dove la fotografia ricevette il suo battesimo artistico grazie all’attività di Nadar.  Qui Franchina si appassiona proprio alla fotografia, acquista così un apparecchio e un banco ottico, con tutti gli strumenti e i prodotti chimici necessari. Rientra quindi in Italia alla fine dell’800.  Dopo il servizio militare di leva, completa gli studi teologici diventando sacerdote. Uomo poliedrico e curioso, Franchina sarà prete, fotografo, professore e agente assicurativo. Partecipa alla prima guerra mondiale in qualità di Cappellano Militare. Finito il conflitto, rientra in Sicilia completando la sua preparazione.  Nominato arciprete di Gioiosa Marea, si trasferisce lì in compagnia della nipote Elena. Dopo non molto tempo, rinuncia alla carica per tornare a Tortorici, dove risiederà per tutta la vita tenendo sempre via la sua passione per la fotografia. Nominato Monsignore nel 1936, sarà chiamato anche tra i Curicolarii di Papa Pio XII.  Alla sua morte, avvenuta nel 1946, la nipote Marietta Letizia continuerà l’attività dello zio, custodendo e ordinando l’imponente archivio fotografico prodotto. Dopo la morte di Marietta Letizia (2003), l’erede Gaetano Letizia ha ceduto l’intera collezione al neonato museo etnofotografico.  Tutelato dalla Soprintendenza peri Beni Culturali e Ambientali di Messina, il fondo fotografico conta di circa 40.000 lastre, 10.000 pellicole, 5.000 foto di cui molte ritoccate e dipinte a mano. Gli scatti, che vanno dal 1890 al 1980, testimoniano la storia e l’evoluzione di una piccola comunità siciliana a contatto con i cambiamenti epocali della modernità. 

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