Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Toponimo del lungo mare, anticamente denominato"Strada Colonna", dal nome del viceré Marcantonio Colonna (1577-1585) che la restaurò. Comunemente detta Marina, la strada, che era il fulcro sociale e commerciale della città prima del sisma, venne intitolata dopo il 1860 a Vittorio Emanuele II (Torino 1820-Roma 1878), primo sovrano d'Italia.

L’isolato V della palazzata ha una destinazione d’uso mista, commerciale nelle botteghe al piano terreno e residenziale ai piani superiori. L’edificio si manifesta secondo quattro fronti dei quali i minori sono disegnati secondo lo stesso schema, prevedendo la presenza di un balcone/loggia in posizione centrata rispetto allo sviluppo della facciata e delle partiture delle specchiature ad intonaco che rispondono ad un principio di specularità. I prospetti maggiori invece, pur se molto simili tra loro, presentano significative differenze.

Si tratta di un toponimo anteriore al 1908, usato per indicare un luogo di incontro e ozio tra i marinai e i lavoratori del porto.

L’opera, in marmo bianco, poggia su un basamento formato da due gradini mistilinei al cui centro sorge il piedistallo poligonale su cui poggia, a sua volta, la prima coppa mistilinea. Da questa si diparte un secondo piedistallo che regge la coppa più piccola, formata da quattro conchiglie. Dalla coppa sgorga l’acqua attraverso quattro mascheroni, mentre un dado sostiene la Pigna da cui deriva il nome della fontana.Fu spostata nell’attuale spazio nel 1988.

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