
PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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In occasione del centenario del disastroso terremoto del 28 dicembre 1908, per iniziativa di due club service di Messina (Rotary ed Archeoclub) venne realizzato un monumento che rappresenta, in forma stilizzata, la città distrutta dal sisma. Tale monumento consiste in un mosaico pavimentale inserito nello spazio frontistante il teatro Vittorio Emanuele per ricordare, a futura memoria, il tragico avvenimento tellurico

Centro religioso e civile della città, la piazza è stata più volte rifatta in seguito a calamità e nuovi assetti urbanistici. L’ultimo risale alla venuta del pontefice Giovanni Paolo II, in occasione della santificazione di Eustochia Smeralda Calafato (12 maggio 1988).

L’opera, conservata nelle collezioni della Provincia Regionale di Messina, era ritenuta dispersa. Nel 2008, lo storico d’arte Luigi Giacobbe con un articolo sulla rivista Karta, inquadra questa tavola dipinta a olio all’interno della produzione, ancora poco conosciuta, di Salvatore De Pasquale. Presentata nel 1929 alla II Mostra d’arte del sindacato fascista delle arti a Palermo, insieme con altri due dipinti e un’incisione, La Tortorella meritò la allora rara, riproduzione fotografica sul catalogo dell’esposizione.

La scultura è stata presentata in occasione della mostra Volti e Risvolti tenutasi al Vittorio Emanuele nel dicembre 2006. Nel testo critico dell’evento, Lucio Barbera rivela la singolare prassi seguita da Brancato per realizzare la serie di volti di cui fa parte quest’opera. L’artista, infatti, scolpisce pietre recuperate dai cantieri, o scovate lungo gli arenili dei torrenti o semplicemente rinvenute per strada. Uno stile sintetico, insieme arcaico e moderno, modella la pietra, in questo caso arenaria, con effetti di grande eloquenza.
