poesia

Poesia

Canti barocchi e altre liriche

La raccolta Canti barocchi e altre liriche viene pubblicata da Mondadori nel 1956 con una prefazione di Eugenio Montale, che schiude al poeta di Calanovella le vie del riconoscimento ufficiale, grazie a quelle 9 liriche spedite al suo indirizzo e date alle stampe due anni prima. Ripubblicati nella nuova edizione Gioco a nascondere. Canti Barocchi e altre liriche, sempre da Mondadori, nel 1960, i versi di Lucio Piccolo si caratterizzano per uno stile prezioso ed originalissimo. 

Turbativa d'incanto

Pubblicato dall’editore Garzanti, presso cui nel 2007 è uscita l’intera raccolta delle opere dell’autrice (Tutte le poesie 1977-2006), il volume Turbativa d’incanto arriva in libreria cinque anni dopo, preceduto da Satura di cartuscelle (Perrone, 2009) e Frammenti di un oratorio per il centenario del terremoto di Messina (Viennepierre, 2009). Il titolo polisemico, tipico dello stile di Insana, l’andamento dialogico e l’impasto linguistico sono messi in rilievo da Maria Antonietta Grignani nella presentazione.

Scinnenti e Muntanti (Rema scendente e rema montante)

Riprendendo da Bartolo Cattafi, posto in epigrafe alla raccolta, la suggestione della “rema scendente” e di quella “montante” che, come fasci alterni di energia, Sicilia e Calabria si scambiano attraverso le acque dello Stretto, Maria Costa dedica i suoi versi al popolo del mare e al mondo mitico affacciato sulle sponde di Scilla e Cariddi. Il volume, edito nel 2003 dalla messinese EDAS, è parte di “Abralia”, collana di poesia e prosa contemporanea diretta da Giuseppe Cavarra, che ne cura l’introduzione.

Vento a Tindari

La lirica fa parte della raccolta d’esordio Acque e terre (1930), uscita a Firenze per le edizioni di «Solaria». Vento a Tindari, ispirata ad uno dei luoghi d’infanzia del poeta, contiene gli stessi motivi che animano le altre poesie ospitate nel volume, identificabili in una potente nostalgia della terra siciliana. In tutta la raccolta, trasfigurati dal doppio filtro della memoria e dell’invenzione letteraria, personaggi e ambienti che popolano l’autobiografia quasimodiana, a partire dalla figura materna e dalla casa, divengono simboli di un mondo mitico, attinto con una parola carica di timbri magici ed evocativi. Ad assalire il poeta è anche un altro ricordo, quello del caro amico Salvatore Pugliatti, evocato insieme ai compagni degli anni messinesi. 

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