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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

La Galleria Santa Marta-Santa Maria attraversa la città al di sotto della collina del Noviziato e possiede due ingressi. La galleria tradizionalmente attribuita ad epoca borbonica, forse in parte scavata al tempo della realizzazione della Caserma Sabato, ha un accesso (S.Marta) localizzato sulla via Santa Marta e l’altro (S.Maria) lungo la via Giovanni Pascoli, alla confluenza con via Stefano Protonotaro. Ambedue gli ingressi sono curati nei dettagli ma il maggiore è sicuramente quello lungo la via Pascoli che, in corrispondenza, si articola in uno slargo che permette di apprezzare la fattura della porta monumentale. L’epoca di realizzazione è l’anno sedicesimo dell’era fascista (1937) come si può desumere dall’iscrizione in pietra a rilievo posta a destra dell’ingresso di Santa Maria di via Pascoli.

Il Conte Ruggero edificò sulla penisola di San Ranieri un grande monastero basiliano dedicato al S.S. Salvatore, la cui giurisdizione ricadeva su numerosi cenobi tra Sicilia e Calabria. L’edificio venne demolito nel 1549 per far posto alla fortezza voluta da Carlo V, e spostato nel luogo ove oggi sorge il Museo Regionale. Distrutto dal sisma, la cattedrale archimandrita fu ricostruita nel suo nuovo sito tra il 1929 – 1933. La chiesa, in stile neoclassico, è sormontata in facciata da una scultura con il "Cristo Salvatore" di Ovidio Sutera. Notevoli, all’interno, i tre altari settecenteschi in marmo a commesso, provenienti da chiese distrutte dal sisma del 1908, e una tavola cinquecentesca con Basilio Magno, recentemente restaurata.

Toponimo latino che indicano un luogo bello e gradevole, pieno di ogni cosa. Quod quaeris o queres:ciò che cerchi troverai.

Messina, insieme alla sua provincia, ha scritto una pagina fondamentale nella storia del cinema italiano che, alla Sicilia, è legato sin dagli esordi. Numerosi luoghi messinesi, dalla città ai centri collinari e costieri della sua geografia paesaggistica, sono diventati set privilegiato di numerosi capolavori anche internazionali che, specialmente tra le Isole Eolie e Taormina, devono alla scelta della location una delle chiavi del loro successo.

La bellezza incontaminata delle Eolie, prima del boom turistico che ne ha fatto una delle mete più ambite, ha fatto da scenario, nel 1950, all’indimenticabile pellicola neorealista Stromboli – Terra di Dio di Roberto Rossellini, girato nell’isola omonima dell’arcipelago. La storia del film è legata all’amore tra il regista e Ingrid Bergman, che, non solo nei panni della protagonista ma anche nel cuore di Rossellini, prese il posto di Anna Magnani, la quale sarà invece immortalata, nello stesso anno, in Vulcano, del regista William Dieterle, girato, anche in questo caso, nell’isola da cui prende il nome. Nel 1954 Vittorio De Seta sceglie le Eolie per il suo Isole di fuoco, premiato nella sezione documentario al Festival di Cannes del 1955. Nel 1954, invece, il regista aveva firmato il corto Lu tempu di li pisci spata, girato nelle acque dello Stretto.

Le Eolie, ma anche Messina e altri luoghi, come Casalvecchio Siculo e Taormina, diventano scenario, nel 1960, del celebre L’avventura di Michelangelo Antonioni, con Gabriele Ferzetti, Monica Vitti, Lea Massari, Renzo Ricci. Lipari, Salina, Panarea, Alicudi e Stromboli sono scelte, nel 1993, per l’episodio Isole del film di Nanni Moretti Caro Diario, premiato l’anno successivo al Festival di Cannes per la miglior regia. Nel 1994 Salina è set dell’ultimo film in cui appare Massimo Troisi, Il Postino di Michael Radford, con Philippe Noiret e un’esordiente Maria Grazia Cucinotta. Del 2003 è La meglio gioventù, in cui compare Lipari, di Marco Tullio Giordana e, più recentemente, occorre citare almeno il documentario di Giovanna Taviani, la quale, proseguendo una tradizione familiare, ambienta e dedica alle isole Fughe e approdi (2011). Ma le Eolie sono divenute set anche per svariate fiction televisive, da Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu (di Marco Turco, 2007) a Edda Ciano e il comunista (di Graziano Diana, 2011).

Taormina, sede dell’omonimo festival internazionale del cinema è, al pari dell’arcipelago eoliano, uno degli scenari più amati dai registi di tutti i tempi, da Alberto Lattuada (Don Giovanni in Sicilia, 1967) a Roberto Benigni (Piccolo diavolo, 1988), da Luc Besson (Le grand bleu, 1988) a Giuseppe Tornatore (Malèna, 2000), da Woody Allen (La dea dell’amore, 1995) a Carlo Verdone (Grande, grosso e Verdone, 2008). Tra i film più noti girati a Messina e in provincia non si può non citare, poi, Il Padrino di Francis Ford Coppola, pietra miliare nella storia del cinema internazionale, premiato con tre Oscar e considerato tra i capolavori più belli di tutti i tempi, che fu girato, tra l’altro, a Savoca, Forza d’Agrò e Motta Camastra, ambientazioni scelte anche per il secondo e il terzo sequel.

Ma già agli albori del Novecento Messina è set di sperimentazioni, come rivelano, nel 1898, L’uscita dell’ultima messa dalla Chiesa dell’Annunziata del 6 novembre, Lo sbarco dei passeggeri dal Ferry-Boat, Convegno dei ciclisti messinesi allo Chalet. Del 1909 sono, invece, Dalla pietà all’amore e Amore e Morte, di Luca Comerio, e L’Orfanella di Messina di Arturo Ambrosio, mentre due anni dopo arriva La Fidanzata di Messina (1911), tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller. La città dello Stretto compare poi, tra gli altri film, in Viva l’Italia! (1961) di Roberto Rossellini, Mare matto (1963) di Renato Castellani, Quando i picciotti sgarrano (1978) di Romolo Cappadonia. Messina, infine, è set prediletto nel cinema di Francesco Calogero, dal film d’esordio La gentilezza del tocco (1987) all’ultima pellicola, Seconda primavera (2015). La città, inoltre, è diventata location di giovani cineasti, come Fabio Schifilliti, Massimo Coglitore, Christian Bisceglia, ed è spesso indagata attraverso documentari e cortometraggi.

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