Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Nel 1929, alcuni anni dopo la morte di Giovanni Scarfì, nonno e primo maestro di De Fichy, Egidio si arruola nella Regia Marina, lasciando l’Isola. Torna quindi a Messina nel 1934, entrando nello studio di Antonio Bonfiglio. Don Saro è una sintesi del plasticismo monumentale del maestro e del verismo vivace che contraddistinguerà tutta la sua produzione. Il magnifico ritratto sarà premiato con la borsa di studio Tommaso Aloysio Juvara, consentendo al giovane De Fichy di trasferirsi a Roma per perfezionare la sua arte.  

Edificato nel 1890 sui Colli S. Rizzo, a 500 metri sopra il livello del mare, Puntal Ferraro è il forte più piccolo del sistema difensivo ideato dal Ministero della Guerra nell’area dello Stretto. Dotato di ponte levatoio e fossato, le sei artiglierie della struttura, non più presenti, puntavano verso il mar Tirreno e il porto di Milazzo. In buono stato di conservazione anche la gabbia di Faraday che serviva a proteggere la struttura dai fulmine, e una pompa manuale circolare per l’approvvigionamento idrico. All’interno è possibile visitare un piccolo museo con foto, cartoline e documenti che riguardano le fortificazioni umbertine.

Il monumento ad Antonello da Messina nasce per volontà del Direttivo dell’Archeoclub di Messina. Vengono così invitati diversi artisti a produrre una propria proposta realizzata per mezzo di bozzetti in scala ridotta da sottoporre ad una commissione giudicatrice. La commissione giudica tra una dozzina di proposte pervenute quella dell’artista Alfredo Correnti come la più rispondente alle indicazioni date dal bando. Nell'intensioni di Correnti, il monumento vuole richiamare l'opera dell'artista tramite le immagini della sua pittura, usando però un linguaggio formale contemporaneo, in cui la monumentalitá dialoga con l'ambiente circostante grazie ai materiali impiegati. Infatti le grandi lastre curve su cui poggiano i pannelli bronzei sono immaginate di vetro massiccio e trasparente, quasi a permettere all’architettura della piccola piazza di entrare nell'opera stessa, richiamando a sua volta l'interesse proprio della pittura di Antonello per i moduli prospettici di purezza geometrica.

Prende il nome della chiesa di San Filippo d’Agira che esisteva in questa zona prima del terremoto del 1908. La chiesa era sede della Confraternita dei Bianchi, da qui il toponimo ancora oggi esistente.

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