Isolato 305, VI comparto del PR di Messina

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Testo Ridotto: 

Il sesto comparto dell’isolato 305 del Piano Regolatore di Messina prospetta sulla via Cesare Battisti e manifesta un carattere dichiaratamente eclettico. L’edificio fu progettato dall’architetto Gino Peressutti nel 1919 e risulta interessante notare come il linguaggio adottato dal progettista per caratterizzare la sua opera si discosti totalmente da quello adottato dallo stesso per la realizzazione di Cinecittà a Roma. In questo caso l’attacco a terra dell’edificio è enfatizzato da un alto basamento in stucco cementizio le cui superfici sono lavorate con subbia a punta grossa, tale da ottenere una superficie fortemente scabra.

Testo Medio: 

Il sesto comparto dell’isolato 305 del Piano Regolatore di Messina prospetta sulla via Cesare Battisti e manifesta un carattere dichiaratamente eclettico. L’edificio fu progettato dall’architetto Gino Peressutti nel 1919 e risulta interessante notare come il linguaggio adottato dal progettista per caratterizzare la sua opera si discosti totalmente da quello adottato dallo stesso per la realizzazione di Cinecittà a Roma. In questo caso l’attacco a terra dell’edificio è enfatizzato da un alto basamento in stucco cementizio le cui superfici sono lavorate con subbia a punta grossa, tale da ottenere una superficie fortemente scabra. Da tale basamento ha origine lo sviluppo delle superfici verticali del piano terreno che è caratterizzato dall’impiego di una finta bugnatura la cui superficie è ottenuta con puntazza. La forza espressiva di questo progetto risiede nella grande mole degli elementi caratterizzanti la facciata e da un sapiente impiego di impasti realizzati con graniglia di marmo che conferiscono all’edificio un aspetto imponente.

Testo Esteso: 

Il sesto comparto dell’isolato 305 del Piano Regolatore di Messina prospetta sulla via Cesare Battisti e manifesta un carattere dichiaratamente eclettico. L’edificio fu progettato dall’architetto Gino Peressutti nel 1919 e risulta interessante notare come il linguaggio adottato dal progettista per caratterizzare la sua opera si discosti totalmente da quello adottato dallo stesso per la realizzazione di Cinecittà a Roma. In questo caso l’attacco a terra dell’edificio è enfatizzato da un alto basamento in stucco cementizio le cui superfici sono lavorate con subbia a punta grossa, tale da ottenere una superficie fortemente scabra. Da tale basamento ha origine lo sviluppo delle superfici verticali del piano terreno che è caratterizzato dall’impiego di una finta bugnatura la cui superficie è ottenuta con puntazza. La scansione delle campate del prospetto è sottolineata dalla presenza di semicolonne di ordine gigante che si sovrappongono alla superficie bugnata e che si concludono all’altezza degli architravi del secondo piano, con capitelli stilizzati con volute di forma molto schiacciata. Al di sopra di tali capitelli trovano posto degli stucchi decorativi caratterizzati dalla presenza di bucrani stilizzati. La fascia che contiene tali elementi decorativi è caratterizzata dell’impiego di una doppia modanatura a cornice dalla quale si originano sia gli architravi delle aperture del secondo piano, sia i soprastanti timpani curvi spezzati all’interno della cui lunetta sono presenti forme di conchiglie in stucco. Leggere piccole variazioni delle simmetrie del prospetto sono assorbite e dissimulate attraverso semplici espedienti. La forza espressiva di questo progetto risiede nella grande mole degli elementi caratterizzanti la facciata e da un sapiente impiego di impasti realizzati con graniglia di marmo che conferiscono all’edificio un aspetto imponente. Il portale di ingresso in legno, così come tutte le aperture del piano botteghe, sono caratterizzate dalla presenza di finti archi in cemento armato, intervallati a bugne in stucco lavorate con finti conci realizzati ad imitazione della pietra, con superficie scabra e dotati di anatirosi.

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