
PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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L’isolato V della palazzata ha una destinazione d’uso mista, commerciale nelle botteghe al piano terreno e residenziale ai piani superiori. L’edificio si manifesta secondo quattro fronti dei quali i minori sono disegnati secondo lo stesso schema, prevedendo la presenza di un balcone/loggia in posizione centrata rispetto allo sviluppo della facciata e delle partiture delle specchiature ad intonaco che rispondono ad un principio di specularità. I prospetti maggiori invece, pur se molto simili tra loro, presentano significative differenze.

Il palazzo della Provincia fu progettato dall’ingegnere Alessandro Giunta, che si trovava in città nella sua veste di vice ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico della Provincia e pertanto impegnato a sviluppare diversi progetti di importanti edifici pubblici. In questo caso si tratta di uno dei quattro edifici che configurano una delle piazze circolari presenti a Messina ed in particolare la piazza Antonello, che configura il centro direzionale della città essendovi previsti gli edifici destinati ad accogliere altre istituzioni cittadine. La struttura utilizzata dall’ingegnere Giunta per la sede della Provincia fa uso di muratura confinata con il cemento armato per assicurare la sicurezza statica dell’edificio che, conformemente all’architettura del periodo, viene “vestita” con un intonaco realizzato ad imitazione della Pietra e decorata con stucchi cementizi che la integrano con l’architettura limitrofa. La lavorazione superficiale degli intonaci così ottenuti veniva realizzata con attrezzi opportuni che ne definissero le texture volute, così da simulare l’impiego della pietra. Gli elementi decorativi venivano anch’essi realizzati con la tecnica dello stampo di gesso che permetteva di economizzare sui materiali e di velocizzare l’andamento dei lavori ottenendo risultati di grande valenza formale, come è possibile riscontare negli edifici che non sono mai stati restaurati (o nei pochissimi edifici in cui i lavori sono stati diretti secondo un’ottica filologicamente corretta).

Nel 1948 viene affidato a Napoleone Cutrufelli l’incarico di redigere un progetto per la sistemazione urbanistica del centro balneare di Mortelle. Negli anni del dopoguerra alcuni imprenditori decidono di investire nella realizzazione di due lidi contigui, il Lido del Tirreno ed il Lido di Mortelle, che prevedono la realizzazione di un più ampio sistema di ospitalità dedicato alla nautica da diporto. Il progetto per la costruzione del Lido di Mortelle fu affidato nel 1955 all’architetto Filippo Rovigo (progetto) e all’ing. Domenico Cannata (calcoli) dall’imprenditore Leopoldo Rodriquez. Nel progetto di Rovigo assume fondamentale importanza la forma delle travi che nega la tradizionale sezione rettangolare per assumere una forma più consona alla distribuzione delle tensioni che genera nel fruitore una percezione maggiormente plastica dello spazio.

Già dal primo numero, Giada si presenta come un esperimento fumettistico vivace e coinvolgente. L’idea di partenza è inaugurare il catalogo dell’Arcadia con una miniserie horror, composta da 12 numeri fruibili singolarmente ma, come afferma lo stesso sceneggiatore, resi aderenti tra loro da elementi di continuità compositivi di una epopea narrativa coerente. L’esperimento riesce e il primo numero, mescolando sapientemente tre tocchi artistici differenti, consegna al pubblico e ai futuri addetti ai lavori un esordio dall’approccio realistico le cui potenzialità si prestano comunque ad essere oggetto di diversificate sintesi.
