Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Gli isolati 457 e 463 del Piano Regolatore di Messina sono localizzati lungo la via Garibaldi e, a causa della loro planimetria che inclina uno dei prospetti di 45 gradi, configurano la cosiddetta Piazza Ottagona. La piazza Ottagona insiste nello stesso luogo nel quale sorgeva prima del terremoto seppur con dimensioni leggermente inferiori. I due isolati sono realizzati con lo stesso linguaggio, anche se la differenza di proprietà ha provveduto ad alterarne le superfici tanto da apparire oggi profondamente differenti.

Girato in parte a Messina, Mare matto è un film di produzione italo-francese del 1963, diretto da Renato Castellani, con Gina Lollobrigida, Jean-Paul Belmondo, Lamberto Maggiorani, Tomas Milian, fotografia di Toni Secchi, sceneggiatura di Castellani, Piero Bernardi, Leo Benvenuti, musiche di Carlo Rustichelli e Nino Rota. Al centro della storia, la vita dura della gente di mare, umile e coraggiosa, ma anche allegra e scanzonata. In origine gli episodi erano oltre la decina; Castellani voleva farne un film libero, svincolato dalle convenzioni, ma al montaggio il produttore Cristaldi lo fece drasticamente tagliare.

Il soggetto fa rivivere il senso di positivo disorientamento e fascinazione che il mondo della fantasia gioca nella vita di tutti. Per farlo, si serve di Orlando, ragazzino sognante, costretto a viaggiare in pullman ogni giorno per andare a scuola in città. L’intera narrazione è ricoperta di simbologia. La metropoli rispecchia la grande città ostile, grigia, cupa, metallica e con le sue dimensioni amplificate respinge gli animi più fragili. L’eccesso di strati di vestiti ingombranti di Orlando (sciarpa, cappello, guanti, giubbotto) simboleggiano la moderna “armatura” dietro la quale il piccolo si scherma per affrontare il mondo esterno, cercando riparo e difesa da una modernità dalla quale non si sente accolto e benvoluto.

Realizzata da Antonio Berti nel 1960, la scultura è abbellita da tre pannelli in bronzo che ricordano l’opera benefica della sovrana a Messina durante le operazioni di soccorso post sisma. Il ricordo della sovrana è vivo in città, sia nella toponomastica di strade e luoghi.

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