Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Realizzata dallo scultore Pietro Tenerani nel 1845 per volontà del Decurionato messinese, la scultura fu distrutta insieme a quelle degli altri re borbonici, (Carlo II realizzata dal Serpotta, Francesco I del Subba, e Carlo III del Buceti), durante l’insurrezione del 1848. Dopo i moti e le concessioni di Ferdinando II, la scultura fu nuovamente rifusa dal Tenerani secondo un modello simile all’originale. Dopo vari spostamenti, la scultura venne ricollocata nel 1973 dove ancora oggi si trova.

L’opera appartiene alla mostra Stanze Remote, tenutasi alla galleria Orientale Sicula 7puntoarte di Messina nel 2010. L’esibizione  ospitava la produzione pittorica di Galipò dal 1996 al 2003, in una carrellata di immagini e temi organici alla visione di questo artista. Moderno Minosse si muove dentro la poetica espressionista, appassionata e perfettamente contemporanea del pittore.  Come evidenziato da Daniele De Joannon nel catalogo della mostra, Galipò è un artista militante e in aperta polemica con il mondo contemporaneo dal quale vengono gli spunti tematici e figurativi della sua arte.

Il Conte Ruggero edificò sulla penisola di San Ranieri un grande monastero basiliano dedicato al S.S. Salvatore, la cui giurisdizione ricadeva su numerosi cenobi tra Sicilia e Calabria. L’edificio venne demolito nel 1549 per far posto alla fortezza voluta da Carlo V, e spostato nel luogo ove oggi sorge il Museo Regionale. Distrutto dal sisma, la cattedrale archimandrita fu ricostruita nel suo nuovo sito tra il 1929 – 1933. La chiesa, in stile neoclassico, è sormontata in facciata da una scultura con il "Cristo Salvatore" di Ovidio Sutera. Notevoli, all’interno, i tre altari settecenteschi in marmo a commesso, provenienti da chiese distrutte dal sisma del 1908, e una tavola cinquecentesca con Basilio Magno, recentemente restaurata.

Prende il nome dal bastione cinquecentesco di S. Vincenzo, ancora visibile a sinistra della piazza, e dall’omonima chiesa presente nei pressi. La zona era chiamata anche della “Pompa francese” perché usata dalle truppe francesi durante la rivolta del 1674-78.

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