Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

L’isolato 453 del Piano regolatore di Messina è occupato da un fabbricato realizzato su progetto dell’architetto Filippo Rovigo. Il progetto è redatto per la famiglia Ballo nel 1955 e prevede la realizzazione di un fabbricato da destinare a civile abitazione. Pur se l’originaria destinazione d’uso era residenziale per un periodo il manufatto ospitò gli uffici della Soprintendenza di Messina. La struttura è in cemento armato e la composizione del manufatto sottende alle ampie possibilità di accesso al lotto per realizzare differenti ingressi al fabbricato, ciascuno dotato di proprie caratteristiche.

La scultura, realizzata nel 1899 da Salvatore Buemi, ricordava il sacrificio dei soldati siciliani che, al comando del capitano Umberto Masotto, furono trucidati nella battaglia di Adua del 1896. Dopo la seconda guerra d’Africa (1935 – 36) è stata abbellita da alcuni cannoni recuperati ad Addis Abeba dai soldati italiani.

La chiesa ha probabilmente origini normanne, tuttavia, come indicato sulla cornice in pietra della facciata, essa fu rifatta e dedicata a S. Tommaso Apostolo nel 1539.Comprata dai padri teatini nel 1607, venne inglobata nel giardino del loro convento. Scampata al terremoto è stata restaurata recentemente, scoprendo ben 5 livelli diversi. Il più antico risalirebbe al periodo arabo, quando l’accesso all’edificio avveniva attraverso un’entrata posta in alto.

Già dal primo numero, Giada si presenta come un esperimento fumettistico vivace e coinvolgente. L’idea di partenza è inaugurare il catalogo dell’Arcadia con una miniserie horror, composta da 12 numeri fruibili singolarmente ma, come afferma lo stesso sceneggiatore, resi aderenti tra loro da elementi di continuità compositivi di una epopea narrativa coerente. L’esperimento riesce e il primo numero, mescolando sapientemente tre tocchi artistici differenti, consegna al pubblico e ai futuri addetti ai lavori un esordio dall’approccio realistico le cui potenzialità si prestano comunque ad essere oggetto di diversificate sintesi.

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