Mariella Marini: Terradimezzo, 2010.

Artista: 
Testo Ridotto: 

L’opera appartiene all’ultima produzione dell’artista messinese. Presentata alla mostra Terradimezzo tenuta nel 2010 alla galleria Fortunarte, la tela consente uno sguardo globale sull’opera di Mariella Marini e le connessioni della sua esperienza con le altre produzioni artistiche locali.  Prova informale e materica di grande eleganza, Terradimezzo rimanda inevitabilmente alla sensibilità calcografica della Marini e all’idea che ogni incisore ha della lastra come spazio di formazione dell’immagine all’interno della materia. 

Testo Medio: 

L’opera appartiene all’ultima produzione dell’artista messinese. Presentata alla mostra Terradimezzo tenuta nel 2010 alla galleria Fortunarte, la tela consente uno sguardo globale sull’opera di Mariella Marini e le connessioni della sua esperienza con le altre produzioni artistiche locali.  Prova informale e materica di grande eleganza, Terradimezzo rimanda inevitabilmente alla sensibilità calcografica della Marini e all’idea che ogni incisore ha della lastra come spazio di formazione dell’immagine all’interno della materia. L’incisore ha, infatti, una visione del supporto assolutamente peculiare. La sua intensione guida l’incisione sulla materia di cui prevede, anticipatamente, ogni possibile variazione, ogni ombra, ogni chiaroscuro. E’ difficile non rintracciare questa stessa sensibilità sulla superficie di Terradimezzo.  Sul tessuto spiegazzato, ritorto e dispiegato, compare pure l’inclusione del metallo per eccellenza, l’oro, che qui diventa come un’isola, e naturalmente il pensiero va alla Sicilia, all’interno di un mare increspato e cangiante di cui possiamo vedere, come in una vista dall’alto, le zone di profondità e gli affioramenti delle terre emerse. L’opera rientra nella seria omonima della mostra: tutta l’esposizione è un grande arrangiamento intorno all’unica grande immagine, che è poi quella propria della poetica di Mariella Marini.  Il suo informale ha punti di contatto con quello di Francesca Borgia, sua allieva, di cui anticipa la passione per il tema marino, ma anche con le carte di Concetta De Pasquale, di cui condivide la natura tattile. Le opere di Terradimezzo sono epidermidi, spazi di pittura conciata, che stanno in mezzo, tra tecniche diverse e suggestioni estetiche, che s’incontrano nella sperimentazione. La Marini, con tecnica sapiente, ha usato pochi mezzi, reinterpretandoli, per creare un suggestivo racconto emozionale, dove i riferimenti alla realtà extra pittorica sono pochi, mentre maggiori e più efficaci possono sentirsi le connessioni con la musica, arte astratta di cui Terradimezzo imita la capacità di emozionare senza spiegare. 

Testo Esteso: 

L’opera appartiene all’ultima produzione dell’artista messinese. Presentata alla mostra Terradimezzo tenuta nel 2010 alla galleria Fortunarte, la tela consente uno sguardo globale sull’opera di Mariella Marini e le connessioni della sua esperienza con le altre produzioni artistiche locali.  Prova informale e materica di grande eleganza, Terradimezzo rimanda inevitabilmente alla sensibilità calcografica della Marini e all’idea che ogni incisore ha della lastra come spazio di formazione dell’immagine all’interno della materia. L’incisore ha, infatti, una visione del supporto assolutamente peculiare. La sua intensione guida l’incisione sulla materia di cui prevede, anticipatamente, ogni possibile variazione, ogni ombra, ogni chiaroscuro. E’ difficile non rintracciare questa stessa sensibilità sulla superficie di Terradimezzo.  Sul tessuto spiegazzato, ritorto e dispiegato, compare pure l’inclusione del metallo per eccellenza, l’oro, che qui diventa come un’isola, e naturalmente il pensiero va alla Sicilia, all’interno di un mare increspato e cangiante di cui possiamo vedere, come in una vista dall’alto, le zone di profondità e gli affioramenti delle terre emerse. L’opera rientra nella seria omonima della mostra: tutta l’esposizione è un grande arrangiamento intorno all’unica grande immagine, che è poi quella propria della poetica di Mariella Marini.  Il suo informale ha punti di contatto con quello di Francesca Borgia, sua allieva, di cui anticipa la passione per il tema marino, ma anche con le carte di Concetta De Pasquale, di cui condivide la natura tattile. Le opere di Terradimezzo sono epidermidi, spazi di pittura conciata, che stanno in mezzo, tra tecniche diverse e suggestioni estetiche, che s’incontrano nella sperimentazione. La Marini, con tecnica sapiente, ha usato pochi mezzi, reinterpretandoli, per creare un suggestivo racconto emozionale, dove i riferimenti alla realtà extra pittorica sono pochi, mentre maggiori e più efficaci possono sentirsi le connessioni con la musica, arte astratta di cui Terradimezzo imita la capacità di emozionare senza spiegare. D’altra parte, proprio nella musica Kandinskij trovò la musa dello Spirituale nell’arte (1912), testo cardine dell’astrattismo.  La nascita della fotografia aveva causato il divorzio della pittura con la realtà, l’industria aveva distrutto l’aura dell’oggetto unico, irripetibile, inaugurando la diffusione delle opere d’arte attraverso il numero infinito delle copie.  L’Italia ebbe nel Futurismo la propria avanguardia all’interno di questo nuovo orizzonte, tuttavia l’astrattismo e la sua filiazione più spregiudicata, l’informale appunto, dovevano arrivare molto più tardi in contesti culturali, come la Sicilia, dove i caratteri della natura e della tradizione tracciano sentieri ricchi di suggestioni poetiche. Anche le altre opere di Terradimezzo, di fatto, non dichiarano ma suggeriscono, offrono lacerti, spazi piegati per recuperare il filo di un’emozione. I colori, potenti, magmatici e atmosferici, conducono di volta in volta in campi semiotici diversi: il rosso richiama al corpo e al sangue, il blu al mare, il viola alla tensione spirituale. Queste opere sembrano corpi, spugne, epidermidi asciugate su cui la mente ha inciso il pulsare non verbale delle emozioni, la loro energia inquieta, le ritrosie e i nascondimenti fallaci che non riescono mai a celare fino in fondo, la verità fisica dello spirito quando plasma la materia. 

Galleria Immagini: 
Gallerie Immagini Secondarie: 

Galleria Opere Mariella Marini

  • Mariella Marini: Terradimezzo, 2010, olio pigmento, 100 x 73 cm.
  • Mariella Marini: Terradimezzo, 2010, oliopigmento foglia oro, 102 x 80 cm.
  • Mariella Marini: Terradimezzo, 2010, oliopigmento foglia oro, 100 x 83 cm.
  • Mariella Marini: Terradimezzo, 2010, oliocollage, 32 x 35 cm.
  • Mariella Marini: Cosmogonianottediluna, 2009, oliopigmentofoglia oro, 120 x 100 cm.
  • Mariella Marini: Cosmogonia, 2009, oliopigmentofogliaoro, 120 x 100 cm.
Credits: 
Courtesy Mariella Marini; Galleria Fortunarte
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