
PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Il libro di Giuseppe Longo, pubblicato da Mursia nel 1970, traccia un'immagine della Sicilia a partire dai ricordi dell'infanzia e della fanciullezza, trascorsi sulle rive dello Stretto. Oltre al filtro della memoria e della nostalgia, agisce ne L'isola perduta la prima vocazione di Longo, ovvero il giornalismo: il nucleo dell'opera si può infatti rintracciare nel lungo scritto Viaggio in Sicilia, stampato nel novembre del 1958 su «L'osservatorio politico letterario», la rivista da lui fondata e diretta a Roma nel 1955, ma anche in altri articoli e reportage dell’autore.

L’acquerello appartiene al corpus di opere grafiche custodite presso il museo Amedeo Bocchi di Parma: si tratta di sessanta opere tra disegni, bozzetti e saggi preparati dal pittore emiliano per la commissione ministeriale nominata dalla Direzione generale dell’Antichità e delle Belle Arti allo scopo di giudicare il lavoro dei possibili successori di Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – Roma 1932), morto proprio durante la realizzazione dei cartoni per la decorazione musiva del duomo di Messina. L’opera è uno studio compositivo sui gruppi di angeli delle Litanie lauretane, le figure che avrebbero dovuto decorare la navata centrale del duomo.

La porta della giudecca detta anche Porta Nuova, era ubicata in corrispondenza dell’attuale is.188 di via Cesare Battisti. Il Gallo la descrive come “Porta Trionfale, che già per molti anni serrata, ed indi nobilmente abbellita e rinovata, nel1753 a 4 novembre fu fatta aprire dal Duca di Laviefuille Vicere, per la qual causa Laviefuille viene denominata…”. La cortina muraria nella quale insisteva questa porta venne distrutta dopo l’Unità d’Italia.

Realizzato nel 1938 dallo scultore Ovidio Sutera (1914 – 1980), il monumento funebre ricorda l’uccisione di Francesco Salvini, tenente e geometra del Genio Civile, trucidato nel sonno nei cantieri della società Gondrand, in Africa Orientale. Carico di un estenuato verismo sociale, caro al regime fascista, l’impegnativo rilievo è stato realizzato avendo come modello un pugile, allo scopo di dare “una solida impostazione alle figure” e aumentarne la muscolare monumentalità.
