Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Strutturato in episodi, il libro racconta le vicende di Giovanni Salsiccia, venditore scaltro e spregiudicato, dal nome volutamente ironico, che muore prematuramente in un incidente d'auto.
Finito all’Inferno, a causa della sua condotta terrena poco edificante, viene ingaggiato da Satana in qualità di nuova leva addetta al procacciamento e alla firma di patti faustiani. Salsiccia fa appello alle sue capacità persuasive, esercitandole su personaggi esemplificativi delle più comuni e umane debolezze: una soubrette lasciva, un rapper ambizioso, uno scrittore di scarso talento e un politico corrotto. 

L'edificio di proprietà privata fu realizzato nel 1953 in un comparto dell'isolato 270, all'incrocio tra l'attuale via Ghibellina e via Tommaso Cannizzaro e prevedeva la realizzazione di un edificio da destinare a residenze e negozi.

In questa monumentale immagine, opera degli street artist Anc e Poki, la città di Messina diventa un gigantesco paguro, un enorme crostaceo tropicale sormontato dalla Lanterna del Montorsoli e dal Faro. Il simbolico animale è cavalcato da un giovane marinaio cui sta sfuggendo di mano la sirena imprigionata, mentre egli brandisce un arpione rudimentale, più per pranzare che per pescare. Ancora una volta, anche in questo lavoro, seppur all’interno al programma impostato da Distrart, l’istanza del paesaggio dello Stretto di Messina, coi suoi cetacei e suoi pesci spada, è la protagonista indiscussa di un messaggio tanto chiaro da sembrare un manifesto. Il crostaceo urbano, il Paguro Messina si muove con un sobbalzo tanto forte da far perdere il cappello al marinaio, tanto irriverente da far cascare e finalmente liberare la povera Sirena. Un terremoto? E’ quello che sta sconvolgendo l’ordine dei palazzi sotto il faro? Oppure si tratta di un nuovo inseguimento? Di una ripartenza? Opera pittorica monumentale di grandissima qualità, cui non sfuggono neanche i virtuosismi, come il fumo della pipa o l’epidermide del paguro, suggella il desiderio di contemporaneità, e soprattutto di cambiamento che la città di Messina in tutti i campi va manifestando dai primi anni dieci del XXI secolo.

Don Giovanni d'Austria (Ratisbona, 1547 – Bouges, 1578), fu condottiero e diplomatico spagnolo. Figlio naturale dell'imperatore Carlo V, fu a capo della spedizione della Santa Lega che distrusse i turchi nella celebre battaglia navale di Lepanto, nel 1571. Quello fu un anno straordinario per la città di Messina che ospitò più di trentamila tra soldati, funzionari e dignitari delle maggiori potenze politiche dell'epoca in attesa di prendere il largo verso le coste della Grecia. Tra di loro vi era anche Giovanni D'Austria, ancora oggi celebrato dalla statua in bronzo di Andrea Calamech di Via Lepanto (1572). Reinterpretando i magnifici motivi decorativi della corazza del condottiero effigiato dal Calamech, Rosario Catrimi realizza un ritratto dalla grande intensità psicologica: curvo, con lo sguardo profondo ed enigmatico, questo “Don Giovanni a riposo” sembra rivolgere molteplici domande al viaggiatore in attesa del tram.

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