PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Nella monografia dedicata al fotografo messinese Pippo La Cava, Geri Villaroel, curatore del volume, descrive così l’attitudine e il lavoro del fotoreporter: “La sua capacità di essere al posto giusto al momento giusto e di sapere conciliare il pezzo giornalistico con la puntualità dell’immagine, ebbe modo di esplicitarlo in parecchie occasioni assieme all’arte fotografica che dimostrò nell’arco della sua laboriosa attività”[1]. Villaroel, con il consueto stile ironico e graffiante, racconta tutta una serie d’importanti, o soltanto curiosi, avvenimenti immortalati da La Cava: le monete borboniche rinvenute a Maregrosso e poi vendute in nero a piazza Cairoli, l’uscita dal carcere del detenuto Spanò, detenuto, da innocente, per venticinque anni, i moti di Reggio, il terremoto di Gibellina etc.
[1] Il Vagabondo delle stelle. Cinquant’anni d’immagini di Pippo La Cava fotoreporter, a cura di Geri Villaroel, Grafo Ed., Messina, 2012, p. 13.

La leggenda narra che nel 42 d.C. San Paolo venne a Messina, trovando nella città una grande accoglienza. Alcuni messinesi seguirono San Paolo nel suo viaggio in Palestina incontrando Maria che rispose all’atto di devozione con una lettera nella quale assicurava alla città perpetua protezione. La stele della Madonna delle Lettera (1934) è alta sessanta metri, mentre la scultura, realizzata da Tore Calabrò, poggia su un globo di rame dorato su cui svetta la statua della Vergine benedicente.

La fioritura economica e culturale di Messina dai secoli XV al XVII era dovuta anche all’eccellente produzione serica, di cui oggi rimangono esempi pregevoli nella collezione di paramenti sacri custodita al Museo Regionale. L’opera di Kuma, seguendo le proposte di Distrart, raffigura un caratteristico bozzolo del baco da seta e un baco in cammino. Le piccole icone dallo spiccato dinamismo formale hanno un terzo episodio “fuori cornice” nella crisalide dalle ali arcobaleno realizzata da Kuma sotto il fatiscente ponte di Gazzi.

Nel deserto urbanistico della capolinea Zir, irto di linee rette e superfici grigie massacrate dal vento e dalla salsedine, il ponte della Feluca di Nicolò Amato appare come un fantasma ventoso, uno squarcio sottile, pieno di quella spiritualità vibrante che il moto del mare suggerisce romanticamente al pescatore, o al marinaio, o al viaggiatore, in piedi, sul lungo ponte della barca regina dello Stretto, la barca che non pesca ma caccia quella creatura paladina che chiamiamo Pesce Spada.
