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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

L'edilizia preterremoto che insiste sul versante ovest dell'isolato 154 del PR di Messina mostra un'immagine frammentata ed interrotta nella sua continuità da un intervento di sostituzione, realizzato presumibilmente nel XIX secolo. I fabbricati preterremoto mostrano invece una tipologia con piano botteghe dotate di mezzanino e con un piano nobile che si differenzia tra la parte a nord e quella a sud nell'altezza dei mezzanini che lasciano supporre una diversa epoca di costruzione.

Lo spazio della piazza era un tempo occupato dal monastero femminile di “S. Maria di Basicò”, edificato nel 1344, così denominato perché posto sotto protezione del re (basilikon: reale, da basileus: re in grego). Oggi la piazza è occupata dalla fontana realizzata dall’architetto Carlo Falconieri nel 1842 per la piazza Ottagona (ora piazza Juvarra),e qui trasferita dopo il terremoto.

Messina, insieme alla sua provincia, ha scritto una pagina fondamentale nella storia del cinema italiano che, alla Sicilia, è legato sin dagli esordi. Numerosi luoghi messinesi, dalla città ai centri collinari e costieri della sua geografia paesaggistica, sono diventati set privilegiato di numerosi capolavori anche internazionali che, specialmente tra le Isole Eolie e Taormina, devono alla scelta della location una delle chiavi del loro successo.

La bellezza incontaminata delle Eolie, prima del boom turistico che ne ha fatto una delle mete più ambite, ha fatto da scenario, nel 1950, all’indimenticabile pellicola neorealista Stromboli – Terra di Dio di Roberto Rossellini, girato nell’isola omonima dell’arcipelago. La storia del film è legata all’amore tra il regista e Ingrid Bergman, che, non solo nei panni della protagonista ma anche nel cuore di Rossellini, prese il posto di Anna Magnani, la quale sarà invece immortalata, nello stesso anno, in Vulcano, del regista William Dieterle, girato, anche in questo caso, nell’isola da cui prende il nome. Nel 1954 Vittorio De Seta sceglie le Eolie per il suo Isole di fuoco, premiato nella sezione documentario al Festival di Cannes del 1955. Nel 1954, invece, il regista aveva firmato il corto Lu tempu di li pisci spata, girato nelle acque dello Stretto.

Le Eolie, ma anche Messina e altri luoghi, come Casalvecchio Siculo e Taormina, diventano scenario, nel 1960, del celebre L’avventura di Michelangelo Antonioni, con Gabriele Ferzetti, Monica Vitti, Lea Massari, Renzo Ricci. Lipari, Salina, Panarea, Alicudi e Stromboli sono scelte, nel 1993, per l’episodio Isole del film di Nanni Moretti Caro Diario, premiato l’anno successivo al Festival di Cannes per la miglior regia. Nel 1994 Salina è set dell’ultimo film in cui appare Massimo Troisi, Il Postino di Michael Radford, con Philippe Noiret e un’esordiente Maria Grazia Cucinotta. Del 2003 è La meglio gioventù, in cui compare Lipari, di Marco Tullio Giordana e, più recentemente, occorre citare almeno il documentario di Giovanna Taviani, la quale, proseguendo una tradizione familiare, ambienta e dedica alle isole Fughe e approdi (2011). Ma le Eolie sono divenute set anche per svariate fiction televisive, da Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu (di Marco Turco, 2007) a Edda Ciano e il comunista (di Graziano Diana, 2011).

Taormina, sede dell’omonimo festival internazionale del cinema è, al pari dell’arcipelago eoliano, uno degli scenari più amati dai registi di tutti i tempi, da Alberto Lattuada (Don Giovanni in Sicilia, 1967) a Roberto Benigni (Piccolo diavolo, 1988), da Luc Besson (Le grand bleu, 1988) a Giuseppe Tornatore (Malèna, 2000), da Woody Allen (La dea dell’amore, 1995) a Carlo Verdone (Grande, grosso e Verdone, 2008). Tra i film più noti girati a Messina e in provincia non si può non citare, poi, Il Padrino di Francis Ford Coppola, pietra miliare nella storia del cinema internazionale, premiato con tre Oscar e considerato tra i capolavori più belli di tutti i tempi, che fu girato, tra l’altro, a Savoca, Forza d’Agrò e Motta Camastra, ambientazioni scelte anche per il secondo e il terzo sequel.

Ma già agli albori del Novecento Messina è set di sperimentazioni, come rivelano, nel 1898, L’uscita dell’ultima messa dalla Chiesa dell’Annunziata del 6 novembre, Lo sbarco dei passeggeri dal Ferry-Boat, Convegno dei ciclisti messinesi allo Chalet. Del 1909 sono, invece, Dalla pietà all’amore e Amore e Morte, di Luca Comerio, e L’Orfanella di Messina di Arturo Ambrosio, mentre due anni dopo arriva La Fidanzata di Messina (1911), tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller. La città dello Stretto compare poi, tra gli altri film, in Viva l’Italia! (1961) di Roberto Rossellini, Mare matto (1963) di Renato Castellani, Quando i picciotti sgarrano (1978) di Romolo Cappadonia. Messina, infine, è set prediletto nel cinema di Francesco Calogero, dal film d’esordio La gentilezza del tocco (1987) all’ultima pellicola, Seconda primavera (2015). La città, inoltre, è diventata location di giovani cineasti, come Fabio Schifilliti, Massimo Coglitore, Christian Bisceglia, ed è spesso indagata attraverso documentari e cortometraggi.

Il protagonista di questa serie epica pubblicata da Sergio Bonelli Editore è Ian Aranil, alias Dragonero. Questo personaggio è un Varliedarto, ovvero un membro appartenente ad un’antica casata di cacciatori di draghi. Ex ufficiale di trentaquattro anni, assoldato in qualità di scout imperiale, vive nella città marittima di Solian dove, contattato periodicamente dalle autorità, compie varie missioni in terre lontane. L’arma da lui utilizzata, definita la “Tagliatrice crudele”, donatagli dal nonno paterno Herion, si lega simbolicamente al suo nome poiché è divenuta di colore nero a causa del contatto col sangue del primo drago ucciso. L’albo numero 24 qui descritto è intitolato Attraverso l’Erondar sceneggiato in tutte le sue parti da Stefano Vietti, consta di tre storie frenetiche ed essenziali le cui avventure riguardano il protagonista, Ian, e i suoi due comprimari, Sera e Gmor.

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