Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Realizzata da Ignazio Brugnani nel 1739, un tempo occupava il chiostro del monastero di S. Gregorio, non più esistente. Nel 1897 venne portata prima nel vecchio Giardino a Mare Umberto I, per essere poi definitivamente ricollocata in questo spazio nel 1938. La fontana, in marmo bianco, si innalza su una vasca sul quale l’autore ha iscritto il suo nome e la giovanissima età (20 anni). Sulle tre facce della stele centrale si appoggiano le code di tre cavallucci marini che reggono tra le zampe anteriori una testa di delfino. In alto, sulla coppa a sei conchiglie, un putto regge lo stella araldico dei Ruffo di Scaletta, omaggio della committente della fontana, la badessa suor Severina, al proprio casato.

L’opera appartiene all’ultimo periodo d’attività dell’artista di Roccavaldina. Presentata alla mostra del marzo 2009 alla galleria Fortunarte di Messina, documenta l’ulteriore evoluzione della pittura di Nino Cannistraci Tricomi nel solco di una ricerca formale fatta di purezza e grande rigore. Rouge è un “oggetto pittorico” silenzioso e astratto, di cui è difficile tradurre in parole, la tensione intellettuale ed emotiva.

"Il Tempo che scopre la verità e Messina che incantata dalla luce di questa, si avanza per abbracciarla" è un gruppo scultoreo realizzato da Saro Zagari intorno al 1865, come decorazione del vecchio teatro S. Elisabetta, denominato nel 1860 Teatro Vittorio Emanuele II. Per per il prospetto principale Zagari realizzò sedici profili di commediografi e musicisti. Il gruppo scultoreo del “Tempo” venne realizzato a Roma, e poi trasportato via mare fino a Messina, dove è stato innalzato sulla sommità del Teatro, superando indenne anche la terribile prova del terremoto.

Costruita su progetto (1936) degli ingegneri Paolo Napoli e Scipione Tadolini nello stile monumentale e razionalista allora all’avanguardia per l’architettura dell’epoca, la chiesa reinterpretata con pure geometrie masse di volumi, la grande tradizione medievale delle cattedrali di Cefalù e Monreale. A tre navate, presenta una decorazione musiva e tre grandi vetrate disegnate dall’architetto Silvana Raffa. In occasione del centenario del terremoto del 1908, lo scultore Domenico Trifirò ha realizzato per l’altare maggiore un grande pannello bronzeo sormontato dalla figura del Redentore.

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