Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

La vasca faceva parte della Fontana dei Quattro Cavallucci, un tempo poste su altrettante aiuole innanzi alle absidi del duomo. Le quattro fontane erano situtate su un alto basamento, ornato da volute ai lati, e da un mascherone al centro che che versava l'acqua in una coppa sottostante. Da ogni vasca emergeva un puttino posto sul dorso di un cavallino versante acqua dalla bocca. Non concordemente le fonti assegnano al catanese Giuseppe Battista Marino la paternità dell'opera (1742), probabilmente su un disengo (1729) del sacerdonte Gaetano Ungaro.

L’opera è stata pubblicata in “…e le 7 sorelle”, lavoro a quattro mani con il giornalista Franco Arcovito. Curato nel 2012 dalla Fondazione Bonino Pulejo e dalle edizioni Il Gabbiano, il libro bilingue è un viaggio tra i paesaggi delle isole eolie e la narrazione della loro antica quanto estrosa storia.  Il binomio immagini e parole anima il testo che scorre organicamente, tra spaccati della vita quotidiana isolana e gli incandescenti paesaggi di Togo.

La scultura è stata presentata in occasione della mostra Volti e Risvolti tenutasi al Vittorio Emanuele nel dicembre 2006. Nel testo critico dell’evento, Lucio Barbera rivela la singolare prassi seguita da Brancato per realizzare la serie di volti di cui fa parte quest’opera. L’artista, infatti, scolpisce pietre recuperate dai cantieri, o scovate lungo gli arenili dei torrenti o semplicemente rinvenute per strada. Uno stile sintetico, insieme arcaico e moderno, modella la pietra, in questo caso arenaria, con effetti di grande eloquenza.

Prende il nome dall’ingegnere Severino Grattoni (1815 – 1876), autore del traforo del Frejus, la prima galleria di grandi dimensioni realizzata all’interno di una montagna (1844).

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