Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

L’isolato 83 sorge lungo la via Cesare Battisti nel cui sottosuolo insiste una vasta necropoli greca in uso fino al IV secolo a.C. L’edilizia presente oggi, fatta eccezione per alcuni brandelli lungo la via Degli Orti, è recente ma la scalinata che da Largo Avignone conduce a via Degli Orti cela sotto la sua struttura (in attesa di renderla fruibile) una tomba a camera del IV secolo a.C. che costituisce una scoperta eccezionale che conferma l’importanza della città nel circuito degli insediamenti della Magna Grecia.  

Nel 1929, alcuni anni dopo la morte di Giovanni Scarfì, nonno e primo maestro di De Fichy, Egidio si arruola nella Regia Marina, lasciando l’Isola. Torna quindi a Messina nel 1934, entrando nello studio di Antonio Bonfiglio. Don Saro è una sintesi del plasticismo monumentale del maestro e del verismo vivace che contraddistinguerà tutta la sua produzione. Il magnifico ritratto sarà premiato con la borsa di studio Tommaso Aloysio Juvara, consentendo al giovane De Fichy di trasferirsi a Roma per perfezionare la sua arte.  

Prende il nome del fossato delle antiche mura realizzate per volere di Carlo V proprio nei pressi di questo luogo.

Nel deserto urbanistico della capolinea Zir, irto di linee rette e superfici grigie massacrate dal vento e dalla salsedine, il ponte della Feluca di Nicolò Amato appare come un fantasma ventoso, uno squarcio sottile, pieno di quella spiritualità vibrante che il moto del mare suggerisce romanticamente al pescatore, o al marinaio, o al viaggiatore, in piedi, sul lungo ponte della barca regina dello Stretto, la barca che non pesca ma caccia quella creatura paladina che chiamiamo Pesce Spada.

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