Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Dal 1933 al 1938 Daniele Schmiedt si dedica al tema del lavoro una ricca serie di opere. Nel dicembre dello stesso anno Sironi, Campigli, Carrà e Funi firmeranno il Manifesto della pittura murale sulle pagine de La Colonna, ratificando quello che, di fatto, le loro ricerche avevano già maturato. Ricerche possibili perché dovute al ritorno, fortemente voluto dal fascismo, di un’arte pubblica, propagandistica e celebrativa.  

La chiesa di S. Lorenzo è una delle opere che l’architetto Cesare Bazzani realizzò a Messina. La chiesa sorge nell’area dell’isolato 214 del PR di Messina, a fianco del Palazzo di Giustizia e conclude prospetticamente la via Cavour che si origina dalla Piazza dell’Unità d’Italia sulla quale prospetta il Palazzo del Governo. Il Bazzani, anche per la particolare estensione dell’isolato 214, tutt’oggi in parte occupato da un edificio settecentesco, progetta una chiesa con pianta a croce greca il cui linguaggio formale si ispira al neobarocco impiegando in libertà elementi di altra natura. Il portone di accesso alla chiesa è posto lungo la via Porta Imperiale ed è elevato da alcuni gradini in modo da compensare la differenza di quota tra la via Porta Imperiale e la via G. A. Cesareo. La facciata principale risulta caratterizzata da un portale concluso ad arco realizzato con intonaco decorativo e sormontato da un timpano spezzato la cui cuspide risulta interrotta dalla presenza della statua di S. Lorenzo. Gli spazi tra i bracci della croce greca sono chiusi con andamento circolare in pianta e conclusi con un catino ricoperto con lastre di piombo. Annesso alla chiesa è la torre campanaria che risulta integrata con altri locali che servono da sacrestia. Il passaggio che connette la chiesa alla torre campanaria era dotato, fino a qualche anno fa, di una vetrata colorata in ferro battuto che manifestava una stella ad otto punte di tipo similare ad un’altra, presente nel palazzo della Prefettura di Messina localizzato all’altra estremità della via Cavour. Anche in questo caso un restauro svolto negli anni passati ha determinato una perdita delle caratteristiche formali e tessiturali originarie degli intonaci impiegati ai quali era riservato il compito di manifestare l’immagine dell’architettura ai fruitori.  

L’edificio è costituito da tre corpi di fabbrica destinati a funzioni differenti, un teatro con una capienza di 850 posti con quattro platee, un auditorium all’aperto da 250 posti, una biblioteca ed un centro espositivo sul terrazzo. Il progetto venne elaborato dall’ingegnere Aldo d’Amore e dall’architetto Fabio Basile, i quali vinsero il concorso di progettazione nel 1975, anche se l’effettiva realizzazione dell’edificio avvenne nel 2010. La causa di questo ritardo è ascrivibile al ritrovamento di reperti archeologici di epoca romana nel corso degli scavi necessari per la realizzazione dell’opera.

La fontana celebra la costruzione dell' acquedotto pubblico della città, ideato da Francesco La Cameola nel 1530 e inaugurato solennemente nel 1547. Il maestoso gruppo scultoreo venne realizzato da Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo, forse su programma iconografico ideato dall’umanista e scienziato Francesco Maurolico, tra il 1551 e il 1553. Presenta una struttura piramidale con in alto Orione, mitico fondatore della città, con il cane Sirio. Sotto di esso, quattro puttini cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nella tazza sottostante. La prima tazza è sostenuta da un bellissimo gruppo di Naiadi, mentre la seconda è retta da uno splendido gruppo di Tritoni. La grande vasca dodecagonale è sormontata da quattro statue raffiguranti: Il Nilo, il Tevere, L' Ebro e il Camaro, il fiume che alimentava l' acquedotto civico. Otto mostri acquatici in pietra lavica adornano la vasca, mentre al Maurolico appartengono i distici latini incisi sopra i bassorilievi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.

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