Isolato 328 del PR di Messina - Chiesa di S. Antonio Abate

Testo Ridotto: 

La chiesa di S. Antonio Abate sorge nel sito in cui, prima del terremoto del 1908, sorgeva la chiesa dell’Annunziata dei Padri Teatini. Dopo il crollo di questa chiesa nel terremoto del 1783 la parrocchia fu ospitata in diverse sedi e dopo il 1908 continuò ad operare fino al 1930 in una chiesa baracca costruita all’uopo. Il progetto della nuova chiesa fu affidato nel 1927 all’ingegnere Francesco Barbaro, allora capo dell’Ufficio Tecnico Arcivescovile. Questi elaborò il progetto di una chiesa a pianta centrale con l’ingresso ruotato rispetto alla via Cavour alla quale impose forme che richiamano il neoclassicismo tipico di quegli anni.

Testo Medio: 

La chiesa di S. Antonio Abate sorge nel sito in cui, prima del terremoto del 1908, sorgeva la chiesa dell’Annunziata dei Padri Teatini. Dopo il terremoto, nella riorganizzazione delle aree da destinare alle diverse parrocchie la chiesa di S. Antonio avrebbe dovuto essere ricostruita nell’area dell’isolato 333 ma in seguito ad una trattativa tra il Comune e Monsignor Angelo Paino, Arcivescovo di Messina, si stabilì di costruire la chiesa succursale della Parrocchia di S. Antonio Abate nell’area del I comparto dell’isolato 328. Il progetto fu affidato nel 1927 all’ingegnere Francesco Barbaro, allora capo dell’Ufficio Tecnico Arcivescovile. Questi elaborò il progetto di una chiesa a pianta centrale con l’ingresso ruotato rispetto alla via Cavour alla quale impose forme che richiamano il neoclassicismo tipico di quegli anni. La forma circolare fu scelta perché barbaro ritenne, come spiega la relazione del progetto, fosse quella che meglio si adattava al primo comparto dell’isolato. Probabilmente egli trasse ispirazione dalla Basilica di Superga realizzata dal messinese Filippo Juvara. La facciata orientata a nord est si manifesta con una scalinata che collega il piano del marciapiede con il piano sul quale sorge la chiesa e che permette di assorbire parte delle differenze di quota tra il Corso Cavour e la retrostante via Romagnosi. Il gradino più alto di tale scalinata costituisce il piano di spiccato delle quattro colonne del protiro di ingresso concluso da un frontone triangolare. La struttura portante della chiesa è in cemento armato così come il campanile realizzato nella parte retrostante ed a questa strutturalmente collegato. 

Testo Esteso: 

La chiesa di S. Antonio Abate sorge nel sito in cui, prima del terremoto del 1908, sorgeva la chiesa dell’Annunziata dei Padri Teatini la cui facciata fu progettata dall’architetto Guarino Guarini, intorno alla metà del XVII secolo, il quale adottò una facciata concava segnando così l’ingresso del barocco a Messina. Dopo il crollo di questa chiesa nel terremoto del 1783, la parrocchia fu ospitata in diverse sedi e dopo il 1908 continuò ad operare fino al 1930 in una chiesa - baracca costruita all’uopo. Nella riorganizzazione delle aree da destinare alle diverse parrocchie, la chiesa di S. Antonio avrebbe dovuto essere ricostruita nell’area dell’isolato 333 ma in seguito ad una trattativa tra il Comune e Monsignor Angelo Paino, Arcivescovo di Messina, si stabilì di costruire la chiesa di S. Antonio Abate nell’area del I comparto dell’isolato 328. Il progetto fu affidato nel 1927 all’ingegnere Francesco Barbaro, allora capo dell’Ufficio Tecnico Arcivescovile. Questi elaborò il progetto di una chiesa a pianta centrale con l’ingresso ruotato rispetto alla via Cavour alla quale impose forme che richiamano il neoclassicismo tipico di quegli anni. La forma circolare fu scelta perché Barbaro ritenne, come spiega la relazione del progetto, fosse quella che meglio si adattava al primo comparto dell’isolato. Probabilmente egli trasse ispirazione dalla Basilica di Superga realizzata dal messinese Filippo Juvara. La facciata orientata a nord est, dispone di una scalinata che collega il piano del marciapiede con il piano sul quale sorge la chiesa e che permette di assorbire parte delle differenze di quota tra il Corso Cavour e la retrostante via Romagnosi. Il gradino più alto di tale scalinata costituisce il piano di spiccato delle quattro colonne del protiro di ingresso concluso da un frontone triangolare. La struttura portante della chiesa è in cemento armato così come il campanile realizzato nella parte retrostante ed a questa strutturalmente collegato.  All’interno lo spazio centrale è delimitato da otto colonne in cemento armato, rifinite in stucco cementizio che simula un marmo di colore chiaro. Un deambulatorio ad anello permette di raccogliere con un solo sguardo la successione dei volumi coinvolti nella composizione. La cupola “è costituita da costoloni montanti (meridiani) e da anelli ripartitori (paralleli) in cemento armato di cui quello sommitale sopporta il lanternino” …. “Concentricamente disposto alle colonne si ha un muro di recinzione a pianta circolare, che misura un diametro di m. 20. Lungo il muro di recinzione sono tre cappelle ed il pronao disposti a croce. L’esecuzione dei lavori fu affidata, a partire dal 1928 e fino al 1930, all’Impresa Fratelli Cardillo fu Ignazio che era una delle imprese di fiducia della Curia e per conto di questa realizzò numerosi lavori nel periodo della ricostruzione della città.

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