Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Un tempo collocata accanto al Duomo, fu qui ricostruita nel 1931 dopo il sisma del 1908 su progetto di Cesare Bazzani. L’interno a croce greca, è ornato da marmi policromi e colonne e vetrate istoriate. La cupola è stata affrescata dal pittore messinese Adolfo Romano, ed è sormontata da una bella lanterna quadrangolare. Nel tempio sono presenti sette cappelle con altrettanti altari, interessante il campanile a due pani dal quale è possibile ammirare il panorama della città.

Il Forte dell’Andria sorgeva sull’omonima collina ed era cinto da alte mura che al di fuori della quali era il quartiere di S.Leone. La forma del bastione è desumibile oggi dall’osservazione dell’andamento dei tracciati viari che cingono la collina sulla quale trova posto l’Osservatorio astronomico. Sotto questa costruzione realizzata nel XX secolo insistono diverse gallerie e cunicoli la cui funzione è ricollegabile al Forte carloquintiano.

Scritto e diretto in occasione del 90° Anniversario del catastrofico terremoto di Messina, il corto Tre case, di Nicola Calì, è stato prodotto nel novembre 1998 dalla cooperativa messinese Entr’acte, fondata nel 1981 dal regista Francesco Calogero. L’opera, che segna l’esordio di Calì dietro la macchina da presa, vince il premio come miglior cortometraggio nella terza edizione del Messina Film Festival (1998) e, l’anno dopo, si aggiudica il premio speciale della giuria al Festival di Casteggio e un riconoscimento nella kermesse Immagini a confronto. 

Vanna Vinci e Giovanni Mattioli firmano una sceneggiatura che, pur rispecchiando le proprie corde autoriali, riesce a creare molteplici punti di aderenza con lo stile grafico della disegnatrice. Il suo segno è caratterizzato da linee grafiche sporche, da un bianco e nero contrastato, dalla cura dei dettagli architettonici e, come in questo caso, da ambientazioni visionarie. La cifra creativa tipica dell’autrice, abituata a disporre pesantemente i neri sulla tavola, in quest’opera viene alleggerita per un’esigenza di maggiore fluidità nella lettura. Le architetture veneziane sono semplificate e rese con un bianco e nero netto, la regia riconferma ancora una volta il personale taglio cinematografico che l’autrice conferisce alle inquadrature, dove i personaggi recitano offrendo diverse sfaccettature espressive.

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