Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

La fontana venne realizzata nel 1602 per volere dei senatori Stagno D’Alcontres, Ventimiglia, Arena, Del Pozzo, Aquilone e Ardonetta. Un tempo era posta su una piazzetta triangolare tra corso Cavour e Via Basolari. Gravemente danneggiata dal terremoto, venne collocata nella sua attuale posizione nel 1931. Non si conosce l’origine del suo nome, tuttavia “Gennaro” viene messo in connessione col mese in cui il sole entra nella costellazione dell’Acquario, Gennaio appunto. Sarebbe proprio la personificazione dell’Acquario, quindi, a essere raffigurata in questa posa dinamica e vibrante. Fino al 1870 l’acqua sgorgava dai quattro mascheroni alla base del monumento e dalle due anfore rette da “Gennaro/Aquario”.

Concepito da Leone Savoja, l’ideatore del Cimitero Monumentale, la grande architettura doveva ospitare gli uomini illustri della città. Tuttavia, la morte del Savoja impedì il suo completamento, mentre il terremoto del 1908 inflesse gravi danni ancora oggi visibili. Il colonnato dalle forme neoclassiche costituisce il percorso d’accesso alle cappelle e ai monumenti degli uomini illustri, tra cui Giuseppe La Farina, Felice Bisazza e Giuseppe Natoli.

L’opera è stata presentata alla mostra Elettroresine, tenutasi tra il febbraio e il marzo del 2012 al Monte di Pietà di Messina. Si tratta di un blocco di resina a forma di secchiello in cui sono state immerse centinaia di lampadine e dei led, in una sorta d’imbalsamazione chimica che è poi il leitmotiv dell’intera mostra. Operazione di pop art, tra stile vintage e tensione verso il design, non rinuncia però all’effetto estetico, modernamente accattivante.

La leggenda vuole che la Fata del ciclo epico cavalleresco di Re Artù si sia stabilita in riva allo Stretto. In realtà, la via prende il nome dal fenomeno ottico osservabile dalle due sponde quando sulle acque del mare è possibile osservare l’immagine delle strade e delle piazze delle due città.

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