PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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L’opera compare nella monografia “Ex Camera. Fotografie di Giulio Conti (1965 – 2005), prezioso contributo la cui pubblica presentazione venne incorniciata da una suggestiva mostra al Teatro Vittorio Emanuele II nel novembre del 2006. Fotomontaggio realizzato con la computer grafica, l’immagine è una prova preziosa della acutezza della visione concettuale ed estetica di Conti.

Su onde gigantesche persiane e finestre si aprono su un delicato mondo domestico. La città del terremoto vive dentro il mare. L’utopia estetica di questa opera sembra rispondere con voce serena al grande “Pannello Polimaterico” realizzato nel 1960 da Felice Canonico nel Palazzo Palano, proprio di fronte alle fermata decorata dall’artista catanese.

L'isolato 465 presenta lungo l'attuale via Boner una successione di edifici che consentono di comprendere anche alcune tipologie diffuse nella città preterremoto. In particolare i diversi fabbricati che si giustappongono non hanno tutti il piano mezzanino, che invece risulta integrato all'interno del portale che da accesso alle botteghe/depositi.

Il cinema Apollo (originariamente Ariston) occupa il I comparto dell’isolato 295 del Piano Regolatore dell’ingegnere Luigi Borzì. Questo comparto rimase a lungo inedificato fino agli anni cinquanta quando, nel 1954, fu realizzato il cinema ad opera dell’architetto Filippo Rovigo. Anche questa architettura risente del linguaggio utilizzato da Rovigo nelle sue opere e manifesta uno stretto legame con l’architettura razionalista che dopo il periodo fascista poteva manifestarsi nelle sue forme pure e scevre da qualunque citazione nazionalista.
