Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Ricostruito dopo il terremoto del 1908, il santuario è legato all’apparizione della Madonna in difesa dei messinesi durante il corso della guerra del Vespro. La chiesa, distrutta dal terremoto del 1908, fu ricostruita in forme neogotiche dall’ing. Paolo Anzella nel 1911, e abbellita da due campanili laterali alti 25 metri, nei quali furono inserite 27 campane. All’interno, tra le poche opere sopravvissute, vi è la manta d’argento della Madonna di Montalto che copre un’antica icona bizantina giunta al Santuario nel 1300 in circostante miracolose. .

Il sito ospitò nel 1222 un gruppo di frati Minori cui fu offerto un terreno sul torrente Boccetta, fuori della mura cittadine. Per qualche tempo ospitò anche S. Antonio da Padova, giunto fortunosamente a Messina durante un viaggio verso il Marocco. Nel 1254 i nobili messinesi finanziarono la costruzione del tempio secondo un disegno siculo – normanno, di cui le tre abside, immortalate da Antonello nella Pietà del Museo Correr (1476), sono tra gli elementi originali riutilizzati dall’architetto Valenti nella ricostruzione (1929) post sisma.

La sede del Palazzo Littorio, realizzato dal 1938 ed ultimato poco prima della seconda guerra mondiale insieme all’isolato VIII, fu realizzata dopo la costruzione dei tre primi isolati della Palazzata. Si avverte, rispetto a questi, una evoluzione nel linguaggio architettonico che ricorre all’uso di volumi puri, elementi semplici nobilitati dall’uso di lastre travertino che, ricoprendo gran parte delle superfici verticali dell’edificio, creano una gerarchia tra la torre, più alta e totalmente ricoperta da lastre di travertino, ed il volume con il quale questa si compenetra, caratterizzato da una successione di specchiature lisce trattate ad intonaco scandite da paraste ricoperte con travertino.

Nel 1923 viene fondata la S.A.I.E. (Società Anonima Imprese Edilizie) che avrebbe realizzato la Galleria V.E. per conto della S.G.E.S. (Società Generale Elettrica della Sicilia) che aveva sede anche a Catania e a Palermo. Nel 1924 la SAIE si obbligò con il Comune a realizzare il quarto edificio a completamento della piazza circolare e si aggiudicò, nel corso di un’asta pubblica, l’intero comparto dell’is. 323. Il progetto della Galleria V.E. fu affidato all’architetto messinese Camillo Puglisi Allegra, il cui studio era a Venezia, ma la cui professionalità era conosciuta in città per avere vinto, nel 1911, il concorso per la progettazione della nuova Camera di commercio la cui conclusione dei lavori avverrà nello stesso periodo di quella della Galleria. Egli avrebbe dovuto realizzare l’edificio della galleria e dotarlo di un portico come prescritto dal R.d.A. del Piano Regolatore di Borzì.

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