Opere - Scultura

Opera dello scultore messinese Antonio Bonfiglio (Messina, 1895 – Condrò, 1995), il bassorilievo è stato realizzato nel 1940 per il prospetto di Via Garibaldi del Palazzo Littorio. In una carrellata monumentale, dinamica e insieme arcaicizzante, l’artista raffigura i lavoratori al seguito degli stendardi della rivoluzione fascista.

Il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale fu realizzato dallo scultore Giovanni Nicolini nel 1936 sulla allora neonata, Piazza Municipio di Messina. Il monumento raffigura su un alto podio tre sculture in bronzo: avanti, a capo scoperto, un fante, con ai lati un aviere e un marinaio.  Ai lati della stele sono presenti due basso rilievi con cavalieri e fanti al seguito di vittorie alate. Il monumento, danneggiato dalle bombe alleate durante la seconda guerra mondiale, nel 1950 è stato arricchito di una lapide che ricorda le vittime dell’ultimo conflitto.  

La scultura è stata presentata in occasione della mostra Volti e Risvolti tenutasi al Vittorio Emanuele nel dicembre 2006. Nel testo critico dell’evento, Lucio Barbera rivela la singolare prassi seguita da Brancato per realizzare la serie di volti di cui fa parte quest’opera. L’artista, infatti, scolpisce pietre recuperate dai cantieri, o scovate lungo gli arenili dei torrenti o semplicemente rinvenute per strada. Uno stile sintetico, insieme arcaico e moderno, modella la pietra, in questo caso arenaria, con effetti di grande eloquenza.

Nel 1929, alcuni anni dopo la morte di Giovanni Scarfì, nonno e primo maestro di De Fichy, Egidio si arruola nella Regia Marina, lasciando l’Isola. Torna quindi a Messina nel 1934, entrando nello studio di Antonio Bonfiglio. Don Saro è una sintesi del plasticismo monumentale del maestro e del verismo vivace che contraddistinguerà tutta la sua produzione. Il magnifico ritratto sarà premiato con la borsa di studio Tommaso Aloysio Juvara, consentendo al giovane De Fichy di trasferirsi a Roma per perfezionare la sua arte.  

“Il trittico partecipa con maturità al clima post concettuale che continua e rifunzionalizzare, sulla scorta di una tradizione che risale ai protagonisti del dada internazionale, scarti industriali a fini artistici e, nello specifico, a rendere metaforicamente il simbolo del patibolo in uno alla illusione della rinascita” con queste motivazioni l’opera vince il Premio Arte Contemporanea 2009 indetto dalla Provincia Regionale di Messina. Fanno parte della giuria: Teresa Pugliatti, Caterina di Giacomo, Bruno Samperi e Giuseppe Filistad.  Creazione paradigmatica per la comprensione della poetica di Linda Schipani, l’opera è stata presentata nel 2008 alla Candid Trust Galleries di Londra e al Museo Doria Pamphilj di Valmontoe. 

Mutamenti della Materia è il nome della mostra tenutasi nel marzo del 2013 al Monte di Pietà di Messina.  Personale vastissima, con più di 140 opere, è da considerarsi un punto d’osservazione privilegiato per comprendere l’estetistica fantasmagorica di Stello Quartarone. Il nome dell’evento si riferisce a tutte le trasformazioni che l’artista ha ottenuto dalla distillazione di catrami, a loro volta derivati dalla decomposizione di sostanze organiche.

L’opera è stata presentata alla mostra Elettroresine, tenutasi tra il febbraio e il marzo del 2012 al Monte di Pietà di Messina. Si tratta di un blocco di resina a forma di secchiello in cui sono state immerse centinaia di lampadine e dei led, in una sorta d’imbalsamazione chimica che è poi il leitmotiv dell’intera mostra. Operazione di pop art, tra stile vintage e tensione verso il design, non rinuncia però all’effetto estetico, modernamente accattivante.

I tre Elefanti corazzati da combattimento furono realizzati da Giovanni Cammarata tra il 1983 e il 1991 all’interno del fantasmagorico giardino della sua casa. Dalla fine degli anni ’70 il cementiere lavoro alla sua abitazione trasformandola in un parco di sculture, un monumento abusivo nella periferia degradata di Maregrosso. Chiamerà la sua opera in molti modi, attirando l’attenzione generale, tuttavia le ruspe dei proprietari dell’area sui cui egli viveva dal 1953, distruggeranno buona parte del suo lavoro, compreso il grande elefante decorato, danneggiando pesantemente gli altri due.

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