Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Dal 1933 al 1938 Daniele Schmiedt si dedica al tema del lavoro una ricca serie di opere. Nel dicembre dello stesso anno Sironi, Campigli, Carrà e Funi firmeranno il Manifesto della pittura murale sulle pagine de La Colonna, ratificando quello che, di fatto, le loro ricerche avevano già maturato. Ricerche possibili perché dovute al ritorno, fortemente voluto dal fascismo, di un’arte pubblica, propagandistica e celebrativa.  

Il libro di Giuseppe Longo, pubblicato da Mursia nel 1970, traccia un'immagine della Sicilia a partire dai ricordi dell'infanzia e della fanciullezza, trascorsi sulle rive dello Stretto. Oltre al filtro della memoria e della nostalgia, agisce ne L'isola perduta la prima vocazione di Longo, ovvero il giornalismo: il nucleo dell'opera si può infatti rintracciare nel lungo scritto Viaggio in Sicilia, stampato nel novembre del 1958 su «L'osservatorio politico letterario», la rivista da lui fondata e diretta a Roma nel 1955, ma anche in altri articoli e reportage dell’autore. 

Il Borgo S.Leone. sito in prossimità dell’attuale Piazza S.Vincenzo era anch’esso localizzato al di fuori della cinta fortificata ma, come gli altri borghi cittadini fruiva delle agevolazioni fiscali riservate alle aree interne al perimetro fortificato.

Il Cenobio, costruzione in stile neogotico dell’architetto Giacomo Fiore (1808 – 1893), rappresenta il culmine architettonico del percorso progettato da Leone Savoja, architetto autore del progetto del Gran Camposanto. Lo slancio metafisico delle sue forme segue la celebrazione degli eroi laici del Famedio, costituendo una sorta di ponte simbolico verso il divino. Suggestiva anche la spianata che ospita l’edificio, ricca di esempi eccellenti di scultura funeraria di fine Ottocento e inizi Novecento.

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