Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Dopo il terremoto, il Palazzo di Giustizia doveva essere velocemente ricostruito per ovvi motivi di continuità nell’esercizio delle funzioni giudiziarie. L’incarico fu affidato a Marcello Piacentini che elaborò un primo progetto di massima da sottoporre, come richiesto dalla normativa dell’epoca, al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per una approvazione preventiva che doveva tenere conto delle deroghe alla normativa antisismica previste per gli edifici pubblici che dovevano assurgere al rango di punti focali aventi carattere di monumentalità in una città caratterizzata da altezze limitate ed una sostanziale uniformità di materiali e tecniche di realizzazione. L’architetto Piacentini presentò il progetto il 28 settembre del 1912 che fu discusso al Consiglio Superiore dei LL.PP. tra novembre e marzo dell’anno successivo con l’apporto di alcune modifiche alle previsioni di spesa. I lavori furono iniziati prima della grande guerra ma rimasero sostanzialmente fermi alle fondazioni dell’edificio per la crisi economica che ne conseguì.

Questo edificio ha una pianta rettangolare con angoli smussati che ne costituiscono la caratteristica più evidente. Probabilmente realizzato negli anni successivi all'Unità d'Italia, forse su un preesistente edificio militare posto all'esterno delle mura della città.

Prende il nome dall’antica e ricchissima chiesa di S. Gregorio, distrutta, insieme all’annesso monastero, dal terremoto del 1908. Eretta forse per volere da Papa Gregorio Magno, la chiesa fu ricostruita da Andrea Calamech nel 1543 sull’area dell’ospedale di S. Michele Arcangelo. Il magnifico edificio aperto al culto nel 1688, era impreziosita di opere d’arte, tra cui il polittico omonimo di Antonello, apparati decorativi scultorei e architettonici.

La vasca faceva parte della Fontana dei Quattro Cavallucci, un tempo poste su altrettante aiuole innanzi alle absidi del duomo. Le quattro fontane erano situtate su un alto basamento, ornato da volute ai lati, e da un mascherone al centro che che versava l'acqua in una coppa sottostante. Da ogni vasca emergeva un puttino posto sul dorso di un cavallino versante acqua dalla bocca. Non concordemente le fonti assegnano al catanese Giuseppe Battista Marino la paternità dell'opera (1742), probabilmente su un disengo (1729) del sacerdonte Gaetano Ungaro.

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