Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

L’isolato 203 del PR di Messina fu realizzato nel 1916 su progetto dell’ingegnere Guido Viola. Come nel caso dei limitrofi isolati 201 e 204, anche in questo caso fu l’Unione Edilizia Messinese ad occuparsi della costruzione, come regolato dalla legge istitutiva del 28 luglio 1911 era previsto che l’Unione Edilizia acquisisse i terreni per costruirvi le abitazioni da cedere ai diversi proprietari che non avrebbero, se non coordinati all’interno della stessa logica, potuto accedere al patrimonio immobiliare con le esigue sovvenzioni statali.

La tela fa parte del gruppo di quaranta opere presentate nella retrospettiva tenutasi nel 2008 al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo Lillo Messina: il mare oltre 1997 - 2007.  A partire dal 1992 Messina sviluppa il tema del mare reinventando la pittura iperrealista dalle tensioni metafisiche del decennio precedente. Isole panciute, geometrizzanti e falciformi diventano l’oggetto principale di vedute a volo d’uccello su paesaggi marini dai colori sgargianti e dalla morfologia ricca di varianti plastiche.  

La fontana fu realizzata alla fine dell’800 da mastri fonditori messinesi, e un tempo faceva parte dell’elegante Chalet a Mare, non più esistente. In stile neoeclettico e floreale, la fontana è composta da una grande vasca circolare in marmo dal cui centro si eleva una colonna quadrangolare, in ghisa, che regge i tre piatti riccamente decorati. Sopra il primo piatto tre putti, a loro volta, reggono l’ultimo piatto dalle forme floreali da cui si innalza un vaso centrale da cui sgorgava l’acqua.

Il libro di Giuseppe Longo, pubblicato da Mursia nel 1970, traccia un'immagine della Sicilia a partire dai ricordi dell'infanzia e della fanciullezza, trascorsi sulle rive dello Stretto. Oltre al filtro della memoria e della nostalgia, agisce ne L'isola perduta la prima vocazione di Longo, ovvero il giornalismo: il nucleo dell'opera si può infatti rintracciare nel lungo scritto Viaggio in Sicilia, stampato nel novembre del 1958 su «L'osservatorio politico letterario», la rivista da lui fondata e diretta a Roma nel 1955, ma anche in altri articoli e reportage dell’autore. 

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