Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Il Palazzo realizzato per l’avvocato Riccardo Costarelli e per la moglie Giuseppina Roberto, insiste nell’area dell’isolato 223 del PR di Messina. Il progetto fu presentato dalla Società Anonima Italiana “Ferrobeton” ed i lavori di costruzione iniziarono nel 1913. L’originario progetto redatto dall’architetto Gino Coppedè fu modificato e venne definitivamente approvato dalla Commissione Edilizia Comunale nel 1915. L’edificio é realizzato con una struttura in cemento armato con travi e pilastri ed impiega il sistema brevettato da Monier e rielaborato dalla ditta tedesca Wayss e Freytag.

La porzione residua dell'edilizia ottocentesca che insiste nell'isolato 121 occupa tutta la parte est dell'edificio che si snoda lungo la via Risorgimento. Il fabbricato si caratterizza per una tipologia in linea servita da due corpi scala che distribuiscono agli alloggi del piano nobile. Il piano terreno è invece caratterizzato da una successione di botteghe dotate di mezzanino. Nella sua breve permanenza presso l'Università di Messina il fabbricato fu dimora di Giovanni Pascoli in quale vi risiedette insieme alla sorella. Probabilmente l'edificio fu colpito da una bomba nel corso della seconda guerra mondiale perchè tutta l'ala sud-est è stata intelaiata con un sistema di travi e pilastri.

La chiesa ha probabilmente origini normanne, tuttavia, come indicato sulla cornice in pietra della facciata, essa fu rifatta e dedicata a S. Tommaso Apostolo nel 1539.Comprata dai padri teatini nel 1607, venne inglobata nel giardino del loro convento. Scampata al terremoto è stata restaurata recentemente, scoprendo ben 5 livelli diversi. Il più antico risalirebbe al periodo arabo, quando l’accesso all’edificio avveniva attraverso un’entrata posta in alto.

In questa monumentale immagine, opera degli street artist Anc e Poki, la città di Messina diventa un gigantesco paguro, un enorme crostaceo tropicale sormontato dalla Lanterna del Montorsoli e dal Faro. Il simbolico animale è cavalcato da un giovane marinaio cui sta sfuggendo di mano la sirena imprigionata, mentre egli brandisce un arpione rudimentale, più per pranzare che per pescare. Ancora una volta, anche in questo lavoro, seppur all’interno al programma impostato da Distrart, l’istanza del paesaggio dello Stretto di Messina, coi suoi cetacei e suoi pesci spada, è la protagonista indiscussa di un messaggio tanto chiaro da sembrare un manifesto. Il crostaceo urbano, il Paguro Messina si muove con un sobbalzo tanto forte da far perdere il cappello al marinaio, tanto irriverente da far cascare e finalmente liberare la povera Sirena. Un terremoto? E’ quello che sta sconvolgendo l’ordine dei palazzi sotto il faro? Oppure si tratta di un nuovo inseguimento? Di una ripartenza? Opera pittorica monumentale di grandissima qualità, cui non sfuggono neanche i virtuosismi, come il fumo della pipa o l’epidermide del paguro, suggella il desiderio di contemporaneità, e soprattutto di cambiamento che la città di Messina in tutti i campi va manifestando dai primi anni dieci del XXI secolo.

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