Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Nel 1929, alcuni anni dopo la morte di Giovanni Scarfì, nonno e primo maestro di De Fichy, Egidio si arruola nella Regia Marina, lasciando l’Isola. Torna quindi a Messina nel 1934, entrando nello studio di Antonio Bonfiglio. Don Saro è una sintesi del plasticismo monumentale del maestro e del verismo vivace che contraddistinguerà tutta la sua produzione. Il magnifico ritratto sarà premiato con la borsa di studio Tommaso Aloysio Juvara, consentendo al giovane De Fichy di trasferirsi a Roma per perfezionare la sua arte.  

L’edicola dedicata all’Ecce Homo, posta in un angolo dell’isolato 291 di Via Cavour risale al 1925.  Questa icona però era posta su un edificio precedente al terremoto del 1908 e, dopo il disastro, fu conservata da Salvatore Pellicciotto per sua devozione che nel 1925 ne promosse il rifacimento con un motivo a bassorilievo, che fu scolpito da Rosario Genitore all’angolo della propria casa. Questa edicola consta di una mensola modanata, al di sotto della quale sono presenti dei festoni con frutta e fiori. La mensola regge un tondo con l’immagine sacra scolpita da altorilievo che è contornata da un motivo neobarocco.  Al di sopra di tale tondo due angioletti concludono la composizione

“Messina. Faccia al muro e mente al mare”. Guardando quest’opera maestosa, fantasmagorica e struggente, non possono non venire in mente le parole di Distrart, mente organizzativa e concettuale della riqualificazione urbana, attraverso il medium dell’arte, di questa porzione degradata del tessuto urbano. La Sirena di Julieta XLF fluttua su una parete alta più di dodici metri, figura incantata, dai colori brillanti e l’estetica profondamente contemporanea. Le “mega maioliche” non sono altre che un’accattivante rielaborazione grafica e cromatica delle tipiche decorazioni lapidee siciliane, di cui sono visibili esempi anche presso la ricostruita facciata del duomo di Messina. La sirena di Julieta piange sangue, perché comè ha dichiarato l’artista durante la realizzazione dell’opera, il mare n’è pieno. Un cavalluccio marino accompagna il suo dolore mentre l’occhio femminino di un animale connette inesorabilmente la grande energia psichica di questa immagine con la mente dello spettatore.

Tra le cappelle più belle del Cimitero, l’edificio fu realizzato dall’architetto Vincenzo Vinci 1919 su un lotto concesso alla ricca famiglia di armatori mercantili Pierce, nel 1916. In stile eclettico neo romanico, ricco di marmi, bassorilievi e colonne, l’interno della cappella è decorato da bellissimi stucchi, e motivi floreali, cari al movimento liberty, nonché degli affreschi, della cupola, con La Speranza, Giustizia, Fede e Carità del pittore Salvatore De Pasquale.

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