Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Preparato nell’estate del 1933, il cartone faceva parte di un corpus di disegni, bozzetti e piccoli saggi destinati alla valutazione della commissione ministeriale nominata dalla Direzione generale dell’Antichità e delle Belle Arti allo scopo di selezionare il successore di Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – Roma 1932), morto durante la realizzazione dei bozzetti per la decorazione musiva del ricostruito duomo di Messina. L’opera, in scala 1:1, era una prova della teoria di Angeli delle Litanie Lauretane che avrebbero dovuto decorare la navata centrale e che, di fatto, furono poi realizzati, solo in parte, da Giulio Bargellini (Firenze 1875 – Roma1936) e Pietro Gaudenzi (Genova 1880 – Anticoli Corrado 1955). 

L’isolato 453 del Piano regolatore di Messina è occupato da un fabbricato realizzato su progetto dell’architetto Filippo Rovigo. Il progetto è redatto per la famiglia Ballo nel 1955 e prevede la realizzazione di un fabbricato da destinare a civile abitazione. Pur se l’originaria destinazione d’uso era residenziale per un periodo il manufatto ospitò gli uffici della Soprintendenza di Messina. La struttura è in cemento armato e la composizione del manufatto sottende alle ampie possibilità di accesso al lotto per realizzare differenti ingressi al fabbricato, ciascuno dotato di proprie caratteristiche.

Il villino De Natale fu realizzato su progetto dell’ingegnere Guido Viola, uno dei progettisti che avevano vinto il concorso della Palazzata nel 1927. Il linguaggio utilizzato dall’ingegnere Viola è informato alle suggestioni liberty, anche se si tratta di un momento di passaggio nel quale gli influssi del liberty stavano per lasciare il passo al razionalismo monumentale che caratterizza l’architettura cittadina degli anni successivi.

Dal 1933 al 1938 Daniele Schmiedt si dedica al tema del lavoro una ricca serie di opere. Nel dicembre dello stesso anno Sironi, Campigli, Carrà e Funi firmeranno il Manifesto della pittura murale sulle pagine de La Colonna, ratificando quello che, di fatto, le loro ricerche avevano già maturato. Ricerche possibili perché dovute al ritorno, fortemente voluto dal fascismo, di un’arte pubblica, propagandistica e celebrativa.  

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