Le Scalinate dell'Arte
Alla Scoperta dell'Arte per le vie di Messina
Menu Rapido
Letteratura, Cinema, Televisione e Teatro
Alla Scoperta dell'Arte per le vie di Messina
letteratura.png
Menu Rapido
Architettura e Urbanistica
Alla Scoperta dell'Arte per le vie di Messina
nettuno.jpg
Menu Rapido
Pittura, Scultura e Fotografia
Alla Scoperta dell'Arte per le vie di Messina
miniportale3.jpg
Fumetto e Illustrazione
Alla Scoperta dell'Arte per le vie di Messina
Batman a Cristo Re - Lelio Bonaccorso.jpg
Menu Rapido
    
Share

PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

La consuetudine con Messina, ci consente di individuare nel “Paesaggio” di Giovanni Bonini un’ambientazione peloritana, sia pure indistinta se consideriamo la scarsa attenzione del pittore per il dato oggettivo e la veridicità topografica. Potrebbe trattarsi di una veduta dei laghi di Ganzirri dai monti Peloritani o, più probabilmente, una ripresa della falce del porto dalle alture che sovrastano la città. Protagonisti della scena, più del reticolo urbano, dei caseggiati e delle montagne, sono gli alberi in primo piano che si ergono irregolari fino a occupare tutto il margine superiore del dipinto. A segnare la particolare atmosfera di un pomeriggio autunnale intervengono le corpose pennellate giustapposte, studiate per conferire lievi trapassi cromatici alle ombre e dare vigore alle forti luci del cielo. La composizione è per lo più accademica per via del sapiente bilanciamento delle masse cromatiche e per il rapporto dosato fra la verticalità degli alberi e la stratificazione orizzontale della campagna, del mare, della lingua di terra, delle montagne calabresi, fino al cielo luminoso che d’improvviso si interrompe per l’irruenza delle chiome alberate. La narrazione è tuttavia intimistica e raccolta, non certo eroica e titanica; piuttosto venata da una sottile malinconia e da un impeto tutto mediterraneo che dà ragione del giudizio personale che Daniele Schmiedt riservò al pittore solitario e valoroso. L’interesse per i luoghi dello Stretto rappresenta in effetti la cifra dominante che accomuna molti artisti attivi nel primo ventennio del XX secolo a Messina, soprattutto di quelli che graviteranno nell’entourage del “Fondaco”. Il quadro di Bonini mostra ad esempio sorprendenti affinità tipologiche (oltre che topografiche) con una tela dell’amico Schmiedt dello stesso anno intitolata “Tramonto sullo Stretto”. Si potrebbe immaginare che, idealmente, le due opere siano frutto della medesima gita sui colli peloritani e della stessa seduta di pittura en plein air. Alle soglie della grande guerra e conclamata la pittura futurista, nel nostro quadro si ravvisano i tratti distintivi di un richiamo all’ordine e il rifiuto degli sperimentalismi che pure in quel periodo si affermavano nella pittura europea. Come è stato notato da Lucio Barbera, la poetica di Bonini può essere messa in relazione con l’opera di Soffici e Rosai. Si evidenziano, infatti, certe tensioni verso una sintesi di reale e spirituale, in definitiva emerge quel concetto di “materia spiritualizzata”, di “realismo sintetico” che ha pervaso tanta pittura nel primo ventennio del Novecento. Considerati i paesaggi urbani del 1956, esposti alla Mostra La vetrina dell’OSPE. Artisti a Messina negli anni ’50 tenuta al Teatro Vittorio Emanuele nel 1997 (che ricordano con immediatezza certi quartieri popolari di Messina), questo dipinto si colloca fra le opere meno recenti di Bonini presenti nel territorio messinese.Per una analisi del dipinto vedi L. Giacobbe (a cura di), Opere d’arte della Camera di Commercio di Messina. Ottocento e primo Novecento, Presentazione di Antonino Messina. Saggi di Sergio Bertolami e Gioacchino Barbera. Catalogo di Luigi Giacobbe, Messina, Magika Edizioni, 2011, pp. 108-113.

“C’è una pittura che va formando da tempo la figura del suo pittore, e con la figura, la sua stessa esistenza, io l’ho vista. Questa pittura vive a Messina […]” con queste parole Tommaso Trini, tra i maggiori critici italiani del ‘900, introduceva il catalogo della mostra milanese di Bruno Samperi alla Galleria Aleph del 1989.  Gli autoritratti saranno il tema di una costante produzione per tutti gli anni ’80, con esiti stilisticamente diversi quanto interessanti. 

L'isolato 478 è conosciuto come "case Cicala" e si estende lungo la via Garibaldi. Si tratta di una tipologia tipica dell'ottocento messinese che prevede il piano terra adibito a botteghe dotate di mezzanini ed un piano nobile. Originariamente l'edificio era più alto, come può desumersi ancora dalla presenza delle mensole al di sopra delle aperture del piano nobile che reggevano i balconi del piano superiore, ma per effetto della normativa antisismica del periodo fu demolito l'intero piano sovrastante il piano nobile.

L’area dell’isolato 201 del Piano Borzi è occupata da due villini gemelli lungo la via Tommaso Cannizzaro e da un corpo di fabbrica che prospetta nella retrostante via Todaro. I due villini gemelli furono realizzati su progetto dall’ing. Guido Viola nel 1916. La realizzazione dei due villini fu affidata all’Unione Edilizia Messinese che realizzò anche diversi altri fabbricati lungo l’argine destro del torrente Portalegni.

Pages