PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Il Cenobio, costruzione in stile neogotico dell’architetto Giacomo Fiore (1808 – 1893), rappresenta il culmine architettonico del percorso progettato da Leone Savoja, architetto autore del progetto del Gran Camposanto. Lo slancio metafisico delle sue forme segue la celebrazione degli eroi laici del Famedio, costituendo una sorta di ponte simbolico verso il divino. Suggestiva anche la spianata che ospita l’edificio, ricca di esempi eccellenti di scultura funeraria di fine Ottocento e inizi Novecento.

Eretto per volontà della Fondazione Sant'Andrea, in collaborazione con il Centro della Gloria Nazionale e il Fondo Internazionale delle Lettere e della Cultura slava, il monumento ricorda il soccorso offerto dai Marinai Russi ai messinesi subito dopo il disastroso terremoto del 1908. Realizzato in bronzo su un bozzetto dello scultore italo russo Pietro Kufferle del 1911, l’opera è stata inaugurata nel giugno del 2012.

L’opera appartiene alla prima fase dell’attività di Vanadia, quando, proprio nel 1951 egli esordì con la prima personale alla libreria dell’O.S.P.E. Non è possibile stabilire con certezza se quest’opera fosse in mostra in quell’occasione (Buda 2011) tuttavia il quadretto è l’espressione di un’esperienza artistica che ha abbandonato l’atmosfera ludica dei primi esperimenti per un tono espressivo drammatico e pensoso, privo di qualsiasi riferimento stilistico o derivazione. E’ un’opera spontanea, carica delle ansie e dei ricordi di una stagione difficile e insieme carica di attese che di lì a poco fiorirà nell’attività del pittore insegnante e nell’Italia della Ricostruzione.

L’opera realizzata, nella seconda metà degli anni 80, appartiene a quello che Teresa Pugliatti definisce il periodo blu, picassiano, di Mantilla (Pugliatti 2009). Periodo organico soprattutto per la luce lunare dei suoi quadri e la generale atmosfera notturna dei suoi interni, che, di fatto, conserveranno, pur nelle mutazioni tonali e cromatiche, una medesima tensione durante tutta la sua carriera.
