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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Il cinema Apollo (originariamente Ariston) occupa il I comparto dell’isolato 295 del Piano Regolatore dell’ingegnere Luigi Borzì. Questo comparto rimase a lungo inedificato fino agli anni cinquanta quando, nel 1954, fu realizzato il cinema ad opera dell’architetto Filippo Rovigo. Anche questa architettura risente del linguaggio utilizzato da Rovigo nelle sue opere e manifesta uno stretto legame con l’architettura razionalista che dopo il periodo fascista poteva manifestarsi nelle sue forme pure e scevre da qualunque citazione nazionalista.

Il linguaggio utilizzato nella realizzazione dell’edificio da parte del suo progettista, l'ingegnere Antonio Zanca, è lontano dal Liberty che invece aveva caratterizzato altre sue opere palermitane. In particolare l’ingegnere Zanca riconduce il linguaggio utilizzato nella redazione del suo progetto per il Municipio, nell’alveo della tradizione del classicismo ottocentesco allontanandosi dal Liberty che aveva già utilizzato nella capitale siciliana. L’impianto del complesso architettonico è basato su un corpo di fabbrica attraversato al suo interno da un grande corridoio che distribuisce alle stanze degli uffici. Le varie parti che servono per assicurare la funzionalità al Municipio risultano facilmente raggiungibili da ciascuno degli ingressi distribuiti, dimostrando che la pianta del fabbricato risulta ancora funzionalmente adeguata alle esigenze della città. L’edificio è realizzato con materiali siciliani: i prospetti sono decorati con pietra artificiale realizzata con un impasto di cemento e pietra di Comiso frantumata ed ossidi che realizzano un intonaco ad imitazione della pietra, così come tutti gli elementi decorativi utilizzano la tecnica dello stampo per realizzare capitelli, mostre, paraste ed in generale tutti quegli elementi decorativi che, soprattutto nel caso dell’architettura pubblica, dovevano costituire gli elementi formalmente qualificanti dell’architettura cittadina. Il sito del Municipio è da sempre stato un’area centrale della città, come dimostrano gli scavi archeologici effettuati all’interno del chiostro e dai quali è possibile osservare una successione stratigrafica che si estende dal periodo romano fino alla città preterremoto. I reperti ritrovati nel corso dello scavo sono in atto raccolti nel piccolo museo archeologico che trova posto in un’ala del piano cantinato dello stesso edificio municipale, realizzando un rapporto di consultazione immediata tra lo scavo, lasciato aperto alla pubblica fruizione, ed i reperti ivi rinvenuti.

La porzione di edilizia preterremoto occupa solo parte dell'isolato 171 tuttavia, osservando questo edificio è possibile comprendere come sono stati riparati gli edifici danneggiati da sisma del 1908 o come comunque è stato necessario rafforzarli inserendovi una struttura di travi e pilastri in cemento armato. L'edificio mostra tre campate con botteghe al piano terreno e piano nobile la cui struttura è stata modificata solo nelle due campate più ad est con l'inserimento della maglia in c.a. mentre la struttura portante dell'ultima campata non risulta avere subito modifiche. Chiaramente questa scelta, come si nota dalla lesione alla sinistra del pilastro in c.a., ha creato un generale scompenso che nuoce alla stabilità globale del fabbricato.  

Realizzato nel 1938 dallo scultore Ovidio Sutera (1914 – 1980), il monumento funebre ricorda l’uccisione di Francesco Salvini, tenente e geometra del Genio Civile, trucidato nel sonno nei cantieri della società Gondrand, in Africa Orientale. Carico di un estenuato verismo sociale, caro al regime fascista, l’impegnativo rilievo è stato realizzato avendo come modello un pugile, allo scopo di dare “una solida impostazione alle figure” e aumentarne la muscolare monumentalità.

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