Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale fu realizzato dallo scultore Giovanni Nicolini nel 1936 sulla allora neonata, Piazza Municipio di Messina. Il monumento raffigura su un alto podio tre sculture in bronzo: avanti, a capo scoperto, un fante, con ai lati un aviere e un marinaio.  Ai lati della stele sono presenti due basso rilievi con cavalieri e fanti al seguito di vittorie alate. Il monumento, danneggiato dalle bombe alleate durante la seconda guerra mondiale, nel 1950 è stato arricchito di una lapide che ricorda le vittime dell’ultimo conflitto.  

L’opera realizzata nel 1475, come iscritto dallo stesso pittore nel cartiglio in basso a sinistra, incrocia l’iconografia fiamminga della Crocifissione con le vedute paesaggistiche tipiche di Venezia, città nella quale si trovava Antonello in quell’anno. Tuttavia, il paesaggio descritto da Antonello sembrerebbe proprio quello dello Stretto di Messina visto dalle alture di Camaro con in alto a destra la fortezza medievale di Matagrifone.

Nella monografia dedicata al fotografo messinese Pippo La Cava, Geri Villaroel, curatore del volume, descrive così l’attitudine e il lavoro del fotoreporter: “La sua capacità di essere al posto giusto al momento giusto e di sapere conciliare il pezzo giornalistico con la puntualità dell’immagine, ebbe modo di esplicitarlo in parecchie occasioni assieme all’arte fotografica che dimostrò nell’arco della sua laboriosa attività”[1]. Villaroel, con il consueto stile ironico e graffiante, racconta tutta una serie d’importanti, o soltanto curiosi, avvenimenti immortalati da La Cava: le monete borboniche rinvenute a Maregrosso e poi vendute in nero a piazza Cairoli, l’uscita dal carcere del detenuto Spanò, detenuto, da innocente, per venticinque anni, i moti di Reggio, il terremoto di Gibellina etc.

 


[1] Il Vagabondo delle stelle. Cinquant’anni d’immagini di Pippo La Cava fotoreporter, a cura di Geri Villaroel, Grafo Ed.,  Messina, 2012, p. 13. 

 

In Via D.Nachera, sulla facciata dell’ultimo piano di un edificio trova posto una edicola di produzione seriale costituita da una mensola retta da due volute alle estremità. Tra le volute è un festone sagomato con il monogramma mariano. La mensola costituisce la base di appoggio di due colonnine binate che reggono una trabeazione, conclusa da un motivo curvilineo con volute e motivi floreali. All’interno della lunetta è presente una conchiglia. La struttura è protetta da una tettoia curvilinea con pendenti in lamierino stampato.  La nicchia a catino è dipinta in azzurro ed ospita una statuetta votiva della Madonna di Tindari. Il materiale utilizzato è uno stucco cementizio.

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