Simone Caliò: H 08:05 PM, 2014.

Artista: 
Testo Ridotto: 

L’opera appartiene alla mostra Mare al Quadrato curata da Katia Giannetto alla Messina Art Gallery di Messina (4 - 20 dicembre 2014). Vero e proprio progetto seriale, Mare al quadrato è una collezione di oggetti pittorici che, seguendo il principio impressionista inaugurato da Monet con le trentuno tele sulla Cattedrale di Rouen (1892 – 1894), indaga la luce e i colori del mare a differenti ore del giorno. 

Testo Medio: 

L’opera appartiene alla mostra Mare al Quadrato curata da Katia Giannetto alla Messina Art Gallery di Messina (4 - 20 dicembre 2014). Vero e proprio progetto seriale, Mare al quadrato è una collezione di oggetti pittorici che, seguendo il principio impressionista inaugurato da Monet con le trentuno tele sulla Cattedrale di Rouen (1892 – 1894), indaga la luce e i colori del mare a differenti ore del giorno. Il mare è certamente il regno esclusivo della natura. L’uomo ogni qualvolta vi s’immerge discende in un mondo alieno, un mondo che gli appartiene solo remotamente, che in lui suscita amore e un arcaico timore. Il mare è il genitore culturale della comunità dello Stretto, il suo tesoro, l’acqua primordiale di tutti i sentimenti, di tutti le identità non riscattate. Messina, a 100 anni dalla rifondazione post sisma, vive ancora una profonda frattura urbana e culturale con le acque marine. L’imponente stazione ferroviaria (1937 - 39) di Mazzoni taglia il mare dal centro fino alla periferia sud, mentre la cementificazione brutale dei rilievi ha pian piano eroso l’orizzonte ottico dei messinesi, sempre più confinati in una città dall’architettura anonima, priva di un generale progetto urbanistico e sociale. Chi ha la fortuna di abitare di fronte alle acque dello Stretto sa perfettamente quali infinite possibilità cromatiche possa giocare il mare in un solo giorno: è la livrea di un pavone d’acqua, è aria che vibra, gira, si accende e si spegne, diventa di metallo e poi spuma in intensa crema vaporosa. Mare al Quadrato è una serie di piccole elegie domestiche, una serie dolce di finestre sul mare, una collezione di quegli sguardi brevissimi e carichi di tutto il nostro qui e ora, che ci lasciano senza neanche farsi notare mentre si perdono nel mondo. Caliò racconta in queste sue opere il sentimento quotidiano di questa terra, la percezione della sua cullante energia, della sua passività (H 18:17 PM). Questi suoi mari quadrati sono finestre da cui l’anima può affacciarsi e un poco perdersi, sfuggendo per un attimo al terrore grigio degli appartamenti, al lezzo improduttivo degli uffici, al buio delle piazze degradate. 

Testo Esteso: 

L’opera appartiene alla mostra Mare al Quadrato curata da Katia Giannetto alla Messina Art Gallery di Messina (4 - 20 dicembre 2014). Vero e proprio progetto seriale, Mare al quadrato è una collezione di oggetti pittorici che, seguendo il principio impressionista inaugurato da Monet con le trentuno tele sulla Cattedrale di Rouen (1892 – 1894), indaga la luce e i colori del mare a differenti ore del giorno. Il mare è certamente il regno esclusivo della natura. L’uomo ogni qualvolta vi s’immerge discende in un mondo alieno, un mondo che gli appartiene solo remotamente, che in lui suscita amore e un arcaico timore. Il mare è il genitore culturale della comunità dello Stretto, il suo tesoro, l’acqua primordiale di tutti i sentimenti, di tutti le identità non riscattate. Messina, a 100 anni dalla rifondazione post sisma, vive ancora una profonda frattura urbana e culturale con le acque marine. L’imponente stazione ferroviaria (1937 - 39) di Mazzoni taglia il mare dal centro fino alla periferia sud, mentre la cementificazione brutale dei rilievi ha pian piano eroso l’orizzonte ottico dei messinesi, sempre più confinati in una città dall’architettura anonima, priva di un generale progetto urbanistico e sociale. Chi ha la fortuna di abitare di fronte alle acque dello Stretto sa perfettamente quali infinite possibilità cromatiche possa giocare il mare in un solo giorno: è la livrea di un pavone d’acqua, è aria che vibra, gira, si accende e si spegne, diventa di metallo e poi spuma in intensa crema vaporosa. Mare al Quadrato è una serie di piccole elegie domestiche, una serie dolce di finestre sul mare, una collezione di quegli sguardi brevissimi e carichi di tutto il nostro qui e ora, che ci lasciano senza neanche farsi notare mentre si perdono nel mondo. Caliò racconta in queste sue opere il sentimento quotidiano di questa terra, la percezione della sua cullante energia, della sua passività (H 18:17 PM). Questi suoi mari quadrati sono finestre da cui l’anima può affacciarsi e un poco perdersi, sfuggendo per un attimo al terrore grigio degli appartamenti, al lezzo improduttivo degli uffici, al buio delle piazze degradate. E poi, Caliò è un pittore amorevole che sa come sedurre lo spettatore. I suoi mari quadrati, sconfinano, e continuano in un “senza cornice” che li rende oggetti di design, abitanti perfetti delle mura degli appartamenti, deliziosi oblò fuori stagione. Nell’operazione c’è l’abilità del Caliò pubblicitario, e cioè la natura assolutamente pop, e quindi contemporanea, della sua arte. Tuttavia è difficile ridurre le opere di Mare al Quadrato a un’esclusiva macchina commerciale. Le quaranta opere della mostra sono altrettanti esercizi pittorici, alcuni dalla stesura rapida e piatta, altri invece, ricchi di sfumature, segni, azzeccati segmenti e stratificate linee di orizzonte che sono il risultato di una solida elaborazione pittorica e di un altrettanto solida ricerca intorno al cromatismo dell’atmosfera. La storia della pittura moderna, in verità, passa proprio dall’osservazione della Natura e, soprattutto dall’osservazione di come si comporti la luce e l’aria nei grandi paesaggi mediterranei. Primo pittore scienziato fu Leonardo, che nell’aria riscaldata dalla calura estiva vide la negazione di quella pittura dettagliata e analitica del “tutto a fuoco” praticata dai fiamminghi e dai toscani per tutto il XV secolo.  A Venezia, città di mare come Messina, le cose furono diverse e cambiarono radicalmente già tra ‘400 e ‘500 quando il progetto totale del disegno perse il passo a favore di una sontuosa e ricca pittura di colore puro, a macchie, atmosferico e sfocato proprio come le sagome delle navi sull’orizzonte marino.  L’arte di Caliò, come quella di tutti i siciliani da Antonello in poi, è senza dubbio il prodotto di una cultura figurativa, antropologica e umana che ha nel mare il suo punto d’irraggiamento e il suo principale campo d’interrogazione.

 

Galleria Immagini: 
Gallerie Immagini Secondarie: 

Gallerie Opere Simone Caliò

  • Simone Caliò: H 08:46 PM, 2014, olio su tela, 50 x 50 cm.
  • Simone Caliò: H 09:03 PM, 2014, olio su tela, 50 x 50 cm.
  • Simone Caliò: H 08:05 PM, 2014, olio su tela, 50 x 50 cm.
  • Simone Caliò: H 05:50 PM, 2014, olio su tela, 50 x 50 cm.
  • Simone Caliò: La 500 rossa ME261219, 2010, olio su tela, 3000 x 2000 cm.
  • Simone Caliò: E' adesso, 2010, olio su tela, 94x 180 cm.
Credits: 
Courtesy Simone Caliò, Magika.
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