Francesca Borgia

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Francesca Borgia inizia a dipingere poco prima del 1983, anno d’esordio di ENNESSE, un gruppo di giovani artisti messinesi uniti dal comune apprendistato grafico presso Mariella Marini. La sua pittura parte da uno stile naive per approdare, ed è il 1986, ad una pittura più astratta, fatta di paesaggi cangianti, dalla forte carica psicologica. Tra gli '80 e l’inizio degli anni ’90 la Borgia si dedica ai temi del corpo e dello spazio, continuando il suo lavoro con i paesaggi. Alla fine degli anni ’90 il suo stile si è ormai consolidato intorno ad una linea semplice su grandi campiture di colore, ed una netta, distintissima tensione emotiva (Lo sguardo grande, 1995) ricca di implicite connotazioni piscologiche, tuttavia mai prioritarie rispetto ad un lavoro pittorico dalle aperture equilibrate e accattivanti (Gli alberi, 1999). La tensione intellettuale e l’affezione impegnata ai temi del territorio diventano prevalenti dagli anni 2000, quando effettivamente la città di Messina subisce l’esito di logiche politiche e sociali sempre più anguste. Nel 2004 con la mostra Paesaggi non identitari l’artista affronta, con grande acume critico e intellettuale, i problemi della modernità siciliana e della città dello Stretto. Sono temi che esploderanno nella mostra Varchi organizzata nel 2008 presso galleria Fortunarte di Messina. Il mare dello Stretto e i mitici simboli della Falce e della lanterna del Montorsoli diventeranno protagonisti di tele impregnate di una pittura asciutta e sgocciolante, carica di rabbia e di una profondissima “tristezza civica” per una risorsa, quella del mare, che pur rappresentando la storia di una città millenaria, l’artista percepisce come un sogno doloroso (la spina nel fianco 2007). Intorno al 2010 l’attività espositiva di Francesca Borgia si intensifica ulteriormente con mostre su tutto il territorio italiano ed estero. I temi centrali sono sempre quelli del mare e del mito di Colapesce che diventa una poetica installazione creata per la manifestazione Quasivive organizzata dall’ex Seaflight di Capo Peloro nell’ottobre del 2011. Interessata alla sperimentazione di mezzi e tecniche, aperta al dialogo e alla dialettica tra le arti, nel Gennaio 2015 l’artista si dedica anche alla ceramica con una mostra reggina che riscuote successo di critica e pubblico. 

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