Isolato 283 del PR di Messina - Chiesa di S. Caterina d'Alessandria

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Testo Ridotto: 

La chiesa di S. Caterina d’Alessandria d’Egitto fu realizzata su progetto di Cesare Bazzani a partire dal 1926 e fu consacrata nel 1932. Il sito era quello di un antico luogo di culto del periodo romano che pare inglobasse un tempio dedicato a Venere sul quale si era successivamente sviluppata la chiesa precedente al terremoto del 1908. Il progetto di Cesare Bazzani doveva segnare la posizione della chiesa attraverso la cupola che emergeva dagli edifici, risultando visibile da lunga distanza anche in ragione del particolare andamento altimetrico della via Garibaldi sulla quale sorge.

Testo Medio: 

La chiesa di S. Caterina d’Alessandria d’Egitto fu realizzata su progetto di Cesare Bazzani a partire dal 1926 e fu consacrata nel 1932. Il sito era quello di un antico luogo di culto del periodo romano che pare inglobasse un tempio dedicato a Venere sul quale si era successivamente sviluppata la chiesa precedente al terremoto del 1908. Il progetto di Cesare Bazzani doveva segnare la posizione della chiesa attraverso la cupola che emergeva dagli edifici, risultando visibile da lunga distanza anche in ragione del particolare andamento altimetrico della via Garibaldi sulla quale sorge. Il tema delle cupole delle chiese che, prima delle sopraelevazioni registratesi nel dopoguerra, costituiva altrettanti rimandi visivi nei confronti della città è un tema che è stato ignorato nel secondo dopoguerra consentendo la realizzazione di edifici alti che hanno occultato uno degli elementi significanti dell’urbanistica messinese.

Testo Esteso: 

La chiesa di S. Caterina d'Alessandria fu realizzata su progetto di Cesare Bazzani a partire dal 1926 e fu consacrata nel 1932. Il sito era quello di un antico luogo di culto del periodo romano che pare inglobasse un tempio dedicato a Venere sul quale si era successivamente sviluppata la chiesa precedente al terremoto del 1908. Il progetto di Cesare Bazzani doveva segnare la posizione della chiesa attraverso la cupola che emergeva dagli edifici, risultando visibile da lunga distanza anche in ragione del particolare andamento altimetrico della via Garibaldi sulla quale sorge. Il tema delle cupole delle chiese che, prima delle sopraelevazioni registratesi nel dopoguerra, costituiva altrettanti rimandi visivi nei confronti della città è un tema che è stato ignorato nel secondo dopoguerra consentendo la realizzazione di edifici alti che hanno occultato uno degli elementi significanti dell’urbanistica messinese. La pianta è a croce latina con la cupola posta all’incrocio tra il transetto e la navata che risulta affiancata da due navate di minore altezza. Il linguaggio è classicheggiante per dichiarazione dell’autore che si ispirò alla basilica di Superga del messinese Filippo Juvarra. La facciata principale è caratterizzata da un corpo centrale, impostato su una gradinata di marmo, che marca gli angoli con tre paraste, di cui una angolare, sormontate da altrettanti capitelli e da una torre campanaria di poco staccata. Un timpano triangolare sormontato da una croce e da due acroteri alle estremità conclude l’edificio. L’ingresso alla chiesa è enfatizzato inquadrandolo con due paraste per lato e rincassandolo con uno sguincio concluso ad arco a sesto pieno, così da creare un diaframma arretrato dal filo della facciata sul quale si trova il portale di ingresso, inquadrato a sua volta da uno schema architravato sormontato da un timpano triangolare. Tutte le superfici sono tratte ad intonaco distinguendosi le superfici lisce lavorate a punta di cazzuola da quelle decorative in cui venivano impiegati stampi in gesso per la formatura degli stucchi. Recenti lavori hanno dotato la chiesa di un sagrato rendendo pedonale l’area frontistante l’edificio.

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