Eclettismo

Eclettismo

Isolato 307 (III comparto bis) del PR di Messina

Il terzo comparto bis dell’isolato 307 del piano regolatore della città di Messina fu realizzato sul progetto dell’architetto ingegnere Giovanni Donato che si fece promotore, insieme all’avvocato Macrì-Pellizzeri, per ottenere l’assegnazione dell’area di uno dei comparti dell’isolato 307. L’edificio risulta caratterizzato da una ricca decorazione che ne scandisce i prospetti secondo una configurazione formale ben determinata.

Isolato 97 del PR di Messina - Chiesa di S. Antonio da Padova

Il santuario di S. Antonio da Padova sorge in quello che prima del terremoto era un poverissimo quartiere Avignone dove Sant’Annibale di Francia nel 1878 iniziò la sua opera di assistenza ai poveri. Il santuario, che è stato elevato a Basilica Pontificia minore da Benedetto XVI, fu progettato dall’ingegnere Letterio Savoja e dall’ingegnere Gaetano Bonanno e risulta essere la prima chiesa in muratura edificata dopo il terremoto del 1908.

Isolato 288 del PR di Messina - Camera di Commercio

La Camera bandì un primo concorso nel 1910 ed istituì una Commissione che avrebbe dovuto premiare tre progetti, lasciando alla Camera la facoltà di realizzarne uno di essi. Tuttavia i tre progetti prescelti non soddisfacevano appieno le esigenze della committenza così venne bandito un secondo concorso tra i tre progettisti segnalati. Tra questi vinse quello contrassegnato dal motto “Magnaque Resurrexit” del neolaureato architetto messinese Camillo Puglisi Allegra perché giudicato decoroso e consono alla razionale distribuzione degli spazi. A partire dal 1915 gli uffici della Camera di Commercio vennero temporaneamente ospitati nel Palazzo Tremij. Il linguaggio utilizzato dal Puglisi Allegra traeva spunto dall’edificio camerale danneggiato dal terremoto che, a sua volta, si ispirava al seicento messinese.

Isolato 324 del PR di Messina - Palazzo del Municipio

Il linguaggio utilizzato nella realizzazione dell’edificio da parte del suo progettista, l'ingegnere Antonio Zanca, è lontano dal Liberty che invece aveva caratterizzato altre sue opere palermitane. In particolare l’ingegnere Zanca riconduce il linguaggio utilizzato nella redazione del suo progetto per il Municipio, nell’alveo della tradizione del classicismo ottocentesco allontanandosi dal Liberty che aveva già utilizzato nella capitale siciliana. L’impianto del complesso architettonico è basato su un corpo di fabbrica attraversato al suo interno da un grande corridoio che distribuisce alle stanze degli uffici. Le varie parti che servono per assicurare la funzionalità al Municipio risultano facilmente raggiungibili da ciascuno degli ingressi distribuiti, dimostrando che la pianta del fabbricato risulta ancora funzionalmente adeguata alle esigenze della città. L’edificio è realizzato con materiali siciliani: i prospetti sono decorati con pietra artificiale realizzata con un impasto di cemento e pietra di Comiso frantumata ed ossidi che realizzano un intonaco ad imitazione della pietra, così come tutti gli elementi decorativi utilizzano la tecnica dello stampo per realizzare capitelli, mostre, paraste ed in generale tutti quegli elementi decorativi che, soprattutto nel caso dell’architettura pubblica, dovevano costituire gli elementi formalmente qualificanti dell’architettura cittadina. Il sito del Municipio è da sempre stato un’area centrale della città, come dimostrano gli scavi archeologici effettuati all’interno del chiostro e dai quali è possibile osservare una successione stratigrafica che si estende dal periodo romano fino alla città preterremoto. I reperti ritrovati nel corso dello scavo sono in atto raccolti nel piccolo museo archeologico che trova posto in un’ala del piano cantinato dello stesso edificio municipale, realizzando un rapporto di consultazione immediata tra lo scavo, lasciato aperto alla pubblica fruizione, ed i reperti ivi rinvenuti.

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