singola

Contenuto che si riferisce ad una ed una sola opera specifica.

La Casa di Giovanni Cammarata

I resti della casa – monumento – parco urbano abusivo di Giovanni Cammarata (Messina 1914 – 2002) sono solo una parte dell’enorme opera di questo cementiere irregolare. Tra la fine degli anni ’70 e fino alla sua morte, Il Cavaliere di Maregrosso trasformò la sua casa – laboratorio in un fantasmagorico parco di sculture, mosaici, murales, fontane, templi, ninfe etc. Ciò che rimane oggi è “ingresso monumentale” della sua dimora, architettura spontanea in cui tecniche e temi diversi si fondono in una monumento originalissimo in cui l’horror vacui ospita un labirinto di figure, personaggi e immagini.

A.Correnti, F.Todesco: Monumento celebrativo ad Antonello da Messina, 2004.

Il monumento ad Antonello da Messina nasce per volontà del Direttivo dell’Archeoclub di Messina. Vengono così invitati diversi artisti a produrre una propria proposta realizzata per mezzo di bozzetti in scala ridotta da sottoporre ad una commissione giudicatrice. La commissione giudica tra una dozzina di proposte pervenute quella dell’artista Alfredo Correnti come la più rispondente alle indicazioni date dal bando. Nell'intensioni di Correnti, il monumento vuole richiamare l'opera dell'artista tramite le immagini della sua pittura, usando però un linguaggio formale contemporaneo, in cui la monumentalitá dialoga con l'ambiente circostante grazie ai materiali impiegati. Infatti le grandi lastre curve su cui poggiano i pannelli bronzei sono immaginate di vetro massiccio e trasparente, quasi a permettere all’architettura della piccola piazza di entrare nell'opera stessa, richiamando a sua volta l'interesse proprio della pittura di Antonello per i moduli prospettici di purezza geometrica.

Pippo Galipò: Non sono stato, forse sarò, 2010.

Realizzata dall’artista Pippo Galipò per la manifestazione “Il Natale degli Angeli” nel dicembre del 2010, l’opera vuole essere una metafora della incarna la condizione umana ferita, l'angoscia e la contraddizione dell'esistenza. “La transitorietà di questa figura fragile, fatta di rete metallica, fil di ferro e juta, di vuoto e pieno, di materia e spirito (la colomba),rappresenta la metafora della condizione dell'uomo moderno, incapace di affrontare un mondo sempre più virtuale e tecnologico, che con il miraggio di nuove libertà lo rende invece sempre più ingabbiato (la gabbia come controllo sociale)”.

Busto all'ammiraglio russo Fedor Fedorovich Ushakov

L'Ammiraglio russo Fedor Fedorovich Ushakov (1745-1817) nel maggio 1802 assunse il comando in capo della flotta del mar Baltico, squadra navale a cui appartenevano anche gli equipaggi delle navi che, all'indomani del sisma del 1908 portarono i soccorsi a Messina.Considerato come uno dei padri spirituali dei marinai russi di tutti le generazioni è commemorato su questa piazza con un busto eretto nell'ambito del festival di Primavera russa per il decennale dell'istituzione del Consolato generale.

Antonio Bonfiglio: Busto di Ludovico Fulci, 1960 ca.

Il busto, realizzato dallo scultore Antonio Bonfiglio, raffigura Ludovico Fulci (Santa Lucia del Mela, 31 dicembre 1849 – Messina, 28 giugno 1934), politico messinese, mazziniano, anticlericale, antifascista e antimonarchico, avversario dell’arcivescovo Paino e del Fascismo più tardi. Fulci fu eletto deputato alla Camera nel collegio di Messina dalla XV alla XXIII legislatura (1882-1913), nel gruppo Radicale.

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