Opere - Architettura

L'isolato 465 presenta lungo l'attuale via Boner una successione di edifici che consentono di comprendere anche alcune tipologie diffuse nella città preterremoto. In particolare i diversi fabbricati che si giustappongono non hanno tutti il piano mezzanino, che invece risulta integrato all'interno del portale che da accesso alle botteghe/depositi. 

La porzione di edilizia preterremoto occupa solo parte dell'isolato 171 tuttavia, osservando questo edificio è possibile comprendere come sono stati riparati gli edifici danneggiati da sisma del 1908 o come comunque è stato necessario rafforzarli inserendovi una struttura di travi e pilastri in cemento armato. L'edificio mostra tre campate con botteghe al piano terreno e piano nobile la cui struttura è stata modificata solo nelle due campate più ad est con l'inserimento della maglia in c.a. mentre la struttura portante dell'ultima campata non risulta avere subito modifiche. Chiaramente questa scelta, come si nota dalla lesione alla sinistra del pilastro in c.a., ha creato un generale scompenso che nuoce alla stabilità globale del fabbricato.  

L'edificio in via Simeto si manifesta come un palazzetto dotato di autonomia sia compositiva che funzionale. L'edificio presenta un prospetto speculare secondo l'asse del portale di ingresso il quale mostra due aperture al piano terreno che fiancheggiano il portale in linea con le aperture dei balconi del secondo livello. In asse con il portale è invece presente una finestra. Le aperture del secondo piano sono riunificate da una semplice modanatura liscia che circonda le aperture sottolineandone il perimetro. La tipologia può fare ipotizzare una realizzazione precedente al terremoto del 1783.

L'edilizia preterremoto riguarda soltanto una parte dell'isolato 274 del PR di Messina ma mostra una tipologia tipica della città ottocentesca. In particolare si riscontrano un piano botteghe dotate di mezzanino ed un piano nobile. Nel caso di una delle porzioni del fabbricato si può ritrovare una facciata bugnata in pietra di Siracusa che riveste tutta la facciata di un comparto, nobilitandolo in modo particolare rispetto agli edifici limitrofi. Le sopravvivenze non lasciano capire con precisione quanto tale bugnato sia frutto di un disegno globale che riguardava l'intero fabbricato, tuttavia è possibile ipotizzare un'asse di specularità che attraversa l'ingresso dell'edificio bugnato il quale, proprio ai due lati del portale, manifesta due oculi con funzione di prese di luce per il corpo scala.

L'edilizia preterremoto che insiste sul versante ovest dell'isolato 154 del PR di Messina mostra un'immagine frammentata ed interrotta nella sua continuità da un intervento di sostituzione, realizzato presumibilmente nel XIX secolo. I fabbricati preterremoto mostrano invece una tipologia con piano botteghe dotate di mezzanino e con un piano nobile che si differenzia tra la parte a nord e quella a sud nell'altezza dei mezzanini che lasciano supporre una diversa epoca di costruzione.

L'edilizia preterremoto che insiste in parte dell'area dell'isolato 145 prospetta la via Maddalena, parte della via dei Mille e parte del Viale S.Martino. Si tratta di un'edilizia caratterizzata dal piano terreno adibito a botteghe dotate di mezzanino e da un piano nobile che manifesta una successione di aperture con balcone. Le parti interne del fabbricato, visitabili da un androne del fabbricato limitrofo, lasciato appositamente aperto per consentirne la fruibilità, sono conservate attualmente allo stato di rudere.

La porzione residua dell'edilizia ottocentesca che insiste nell'isolato 121 occupa tutta la parte est dell'edificio che si snoda lungo la via Risorgimento. Il fabbricato si caratterizza per una tipologia in linea servita da due corpi scala che distribuiscono agli alloggi del piano nobile. Il piano terreno è invece caratterizzato da una successione di botteghe dotate di mezzanino. Nella sua breve permanenza presso l'Università di Messina il fabbricato fu dimora di Giovanni Pascoli in quale vi risiedette insieme alla sorella. Probabilmente l'edificio fu colpito da una bomba nel corso della seconda guerra mondiale perchè tutta l'ala sud-est è stata intelaiata con un sistema di travi e pilastri.

Il palazzo Formento è localizzato lungo l'attuale Viale della Libertà (anticamente la riviera del Ringo) in prossimità della cinquecentesca chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio. L'edificio ha resistito al terremoto del 1908 e, probabilmente, anche al terremoto del 1783. L'edificio in muratura si articola su due piani ed ha un giardino, purtroppo non manutenuto, nello spazio posteriore.

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