Isolato IV della Palazzata

Testo Ridotto: 

Il IV isolato della palazzata si manifesta secondo quattro differenti fronti ricoperti da un mosaico di tesserine di colore violetto, di cui i principali risultano scanditi dalla struttura in pilastri e travi che emergono dalla superficie della facciata. Il prospetto su via V. Emanuele è caratterizzato, sui tre livelli destinati alla residenza, da una successione di campate sulle quali si aprono le finestre dei minuscoli balconcini che, con la loro posizione decentrata rispetto alla campata, individuano una gerarchia tra il primo piano ed i successivi due.

Testo Medio: 

Il IV isolato della palazzata si manifesta secondo quattro differenti fronti ricoperti da un mosaico di tesserine di colore violetto, di cui i principali risultano scanditi dalla struttura in pilastri e travi che emergono dalla superficie della facciata. Il prospetto su via V. Emanuele è caratterizzato, sui tre livelli destinati alla residenza, da una successione di campate sulle quali si aprono le finestre dei minuscoli balconcini che, con la loro posizione decentrata rispetto alla campata, individuano una gerarchia tra il primo piano ed i successivi due. Al piano terreno, l’architrave dell’apertura contenuta tra due pilastri contigui non risulta orizzontale ma si sviluppa con una doppia inclinazione di differente sviluppo che, unitamente alla pensilina aggettante su tutti quattro prospetti, costituisce uno degli elementi riunificatori delle facciate. Il prospetto su via Garibaldi, invece, si articola secondo una composizione che vede la ripetizione di quattro campate in cui la disposizione delle finestre e dei balconi, disassati rispetto all’ampiezza della campata, è organizzata alternando la loro posizione ad ogni piano successivo.

Testo Esteso: 

L’isolato IV della palazzata, costruito nel 1953/56, dopo la seconda guerra mondiale, pur facendo parte del gruppo di tredici isolati previsti dal concorso di idee, trova esecuzione parecchio tempo dopo la realizzazione dei primi cinque edifici (I, II,III, VII e VIII). Nell’intervallo intercorso però, molte cose erano mutate a cominciare dalle esigenze, fino al linguaggio architettonico nonché alla destinazione d’uso degli edifici. Il progetto originario, infatti, prevedeva che tutti gli isolati ospitassero edifici destinati a uffici pubblici. Le mutate esigenze portarono, invece, alla determinazione di vendere le aree per realizzare fabbricati ad uso privato. Durante la realizzazione degli ultimi sei edifici della palazzata, Giuseppe Samonà - uno dei progettisti vincitori del concorso di idee - fu chiamato a Messina a prestare consulenza per le facciate. In esse vi è stretta rispondenza con lo sviluppo planimetrico degli spazi interni, così che Samonà le realizzò differenziando tra loro le singole forme e mantenendone una specifica identità ma organizzò la successione degli edifici in maniera significativamente omogenea. L’isolato IV è un edificio a destinazione d’uso mista: commerciale nelle botteghe al piano terreno e residenziale ai piani superiori. Presenta quattro differenti fronti ricoperti da un mosaico di tesserine di colore violetto. I prospetti principali sono scanditi dalla struttura in pilastri e travi che emergono dalla superficie della facciata. Il prospetto su via V. Emanuele è caratterizzato, sui tre livelli destinati alla residenza, da una successione di campate sulle quali si aprono le finestre dei minuscoli balconcini che, con la loro posizione decentrata rispetto alla campata, individuano una gerarchia tra il primo piano e i successivi due. Al pian terreno, l’architrave dell’apertura contenuta tra due pilastri contigui, si sviluppa con una doppia inclinazione di differente sviluppo che, unitamente alla pensilina aggettante su tutti i quattro prospetti, costituisce uno degli elementi riunificatori delle facciate. Il prospetto su via Garibaldi, invece, si articola secondo una composizione che vede la ripetizione di quattro campate in cui la disposizione delle finestre e dei balconi, disassati rispetto all’ampiezza della campata, è organizzata alternando la loro posizione ad ogni piano successivo. Anche in questo edificio, una particolare attenzione era riservata ai materiali e specificatamente alle loro differenti texture che caratterizzavano la struttura emergente dalle superfici dei prospetti, ma che recenti restauri hanno reso indistinguibile.

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