Mario De Renzi

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Mario De Renzi nasce a Roma nel 1897 e studia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Laureatosi, alla fine della prima guerra mondiale, inizia la sua attività professionale collaborando con lo studio di Alberto Calza Bini, allora capo del Sindacato architetti e fondatore della Facoltà di Architettura di Napoli. De Renzi, fin dall’inizio della sua carriera, consegue riconoscimenti in concorsi di progettazione e ottiene credito da parte di importanti personalità del periodo. Partecipa con Adalberto Libera alla Mostra della rivoluzione fascista del 1932 in cui appare la sua permeabilità alla corrente futurista. È anche professore incaricato di Disegno presso l’Università di Napoli nonché membro del gruppo Cultori di Architettura il cui scopo è quello di riscoprire i valori inverati nell’architettura regionale. L’architettura del primo ventennio del secolo si riferisce al cinquecento romano, ma contempla anche occasioni meno auliche riferendosi all’architettura minore disseminata nella regione. Negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, Mario De Renzi ed Adalberto Libera, nuovamente insieme, ottengono l’incarico di progettare la fiera di Messina a nord della passeggiata a mare. I due progettano il portale e un edificio - lungo più di trecento metri- destinato a diventare un’icona del razionalismo a Messina. Nonostante ripetute modifiche e trasformazioni il padiglione di Libera e De Renzi venne nel corso del XX secolo costantemente riparato dalle distruzioni della guerra e dai degradi che intervennero in seguito. La sua attività prosegue dopo la seconda guerra mondiale con collaborazioni con progettisti come Saverio Muratori. S’interessa alla progettazione di quartieri popolari con costruzioni INA casa e CEP a Brindisi, Napoli e Roma. Insegna presso le Università di Cagliari e di Roma. Aderisce all’APAO (Associazione Per una Architettura Organica) sorta nel dopoguerra alla luce delle distruzioni subite in varie città italiane. Alla fine della sua carriera professionale progetta nel 1952 la sua casa a Sperlonga in cui esprime il suo pensiero che si materializza sotto forma di testo architettonico in pietra.

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