Bruno Samperi

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Bruno Samperi è nato a Messina nel 1933. Artista autodidatta e fieramente indipendente, approccia l’arte contemporaneamente al suo lavoro presso la tipografia di famiglia. Sono gli anni ’50 e Samperi tra inchiostri, pochi all’epoca, e macchine stampatrici incontra gli artisti protagonisti del dibattito cittadino allora riuniti alla celebre galleria “Il Fondaco”. Il suo esordio è figurativo, tuttavia è nell’Informale che Samperi trova i mezzi per la sua esuberante produzione. Uomo ribelle e romantico, di grandissimo animo e profondi ideali, è la negazione vivente del pittore in carriera. Non tiene conto delle opere vendute, tantissime, né dei cataloghi, né dei momenti della sua produzione. La sua prima presenza espositiva è in una collettiva di pittura estemporanea nel 1964, a Messina, per la quale vince il primo premio.  La sua personale risale a dieci anni dopo: è il 1974 e il collega pittore Enzo Cieli organizza l’esposizione presso la galleria “Arte Centro”.  Nel 1979 consegue il Premio “Tavolozza d’oro” del Fondaco, mentre nel 1983 vince il I premio in una collettiva di artisti alla galleria La Loggia, che nello stesso anno gli organizza una personale di autoritratti. Per tutti gli anni ’80 si susseguono le mostre cittadine dell’artista che nel 1989 sbarca con una personale alla Galleria Aleph di Milano. Tema cruciale del decennio sono gli autoritratti, delle vere e proprio “folgorazioni” (Barbera 1989) sulla tela dell’immagine del pittore. Samperi lavora di getto, dominato dall’ impellente esigenza di esprimersi, tuttavia segno e gesto in lui sono perfettamente controllati, e anche nelle composizioni più veloci non viene mai meno le solide basi della sua formazione figurativa e tecnica, assunta in lunghi anni di auto apprendistato tra i colori delle macchine stampatrici. Echi della pittura del Seicento sono stati ravvisati nella sua produzione sia nel paesaggio (Di Giacomo 2006) sia nell’autoritratto.  Di fatto, Samperi è rimasto sempre prolificamente attivo tra i due poli dell’arte del Secondo dopo Guerra: figurativo e informale, delineando con la sua opera la statura di uno dei più importanti artisti della città dello Stretto. Uomo complesso, avvincente e tormentato, sarà costretto a svendere le sue opere o a fermare del tutto la sua attività a causa delle condizioni economiche: egli dipinge su tutti i supporti e con tutti i mezzi. Negli anni 2000, accanto alla sua produzione informale si aggiunge una produzione di piccoli paesaggi naturali, fiori e nature morte che Samperi realizza con gli inchiostri tipografici su ritagli di carta e cartoncino, con esiti davvero accattivanti. Provocatore spesso in aperta polemica con le istituzioni culturali della città, Samperi definirà se stesso come pittore biologo (Previti 2012), un descrittore della vita di cui rimarrà sempre uno spietato e geniale amante. 

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